Bologna, 2 gennaio 2016 – Non sembra vero e non sembra possibile. Frasi tanto banali quanto drammaticamente realistiche. Non sembra vero e non sembra possibile che Patrizia non ci sia più perché Patrizia c’è sempre stata per gli altri. Per tutti. Per chiunque. Patrizia sorrideva anche quando magari non ne aveva molta voglia, e se poteva faceva del suo meglio per aiutare e accontentare e soddisfare le aspettative e le esigenze altrui. Patrizia era immersa dentro il mondo dei cavalli in assoluto: faceva tutto, sapeva fare tutto, conosceva tutti, sapeva di salto ostacoli, di completo, di dressage, di volteggio, di pony, di endurance, di reining, di cavalli arabi… tutto. Faceva le segreterie di concorso, era steward Fei di secondo livello per quasi tutte le discipline sportive di questo mondo… Perché lei è stata per anni e anni e anni (quanti? chi lo sa… forse sempre) legata al Centro Ippico Le Siepi di Cervia, con Pupo Sovera e Lalla Novo, e da lì è sempre passato tutto, sono sempre passati tutti, e lei agli occhi di questi tutti era lì, è quasi sempre sembrata un elemento imprescindibile delle Siepi tanto quanto Pupo Sovera e Lalla Novo. Era gentile Patrizia, ma non facilmente avvicinabile. Forse pochi l’hanno conosciuta veramente, ma tutti l’hanno sentita sempre presente. Aveva 56 anni Patrizia ma sembrava una ragazza. Davvero. Una ragazza. Una ragazza più ragazza di quelli che a 56 anni sembrano ragazzi. Anche quando le è arrivata addosso questa stramaledetta malattia vigliacca e malefica e dannata e schifosa, che però non è riuscita a toglierle il sorriso, almeno non in pubblico di fronte alle persone che l’hanno sempre vista sorridere. E non era cambiata, Patrizia: sempre uguale al solito, sempre uguale a sempre, salvo che per quel foulard in testa che ormai sembra diventato il segno di un destino che si diverte a colpire qua e là a casaccio… oggi a lei, domani a lui… ieri a Catie, oggi a Patrizia… Catie Scaioni e Patrizia Paganelli: due donne che ci hanno lasciato così, colpite da questo diavolo che gioca con la vita delle persone, due donne di cavalli, due donne che facevano la stessa cosa, due donne che tutti conoscevano, due donne diverse eppure uguali, due donne la cui assenza fisica ora ci lascia tutti davvero sbigottiti a chiederci: ma come è possibile… ? Beh, per essere possibile è possibile, purtroppo. Loro, Catie e Patrizia, ma chissà quanti altri. Ma loro fanno parte della nostra casa, della nostra famiglia, della nostra vita. Continueranno a farne parte, però: certo. Non basta andarsene fisicamente, per smettere. No.