Bologna, giovedì 21 febbraio 2019 – Linda Klinckowstroem: un nome che oggi non dovrebbe dirci quasi nulla… Ma nel 1928 questa intrepida signora svedese è stata protagonista di un’impresa che non molte amazzoni del tempo avrebbero avuto il coraggio di solo pensare: un viaggio a cavallo da Stoccolma a Roma. Non una novità assoluta per lei, in effetti: due anni prima aveva fatto con lo stesso cavallo una… passeggiata da Stoccolma a Parigi. Pur con tutte le tappe del caso – e senza la pressione di dover battere record di alcun genere – si è trattato comunque di un evento abbastanza particolare. Ecco come lo racconta il Cavallo Italiano, il giornale edito al tempo dalla Fise: ne riportiamo integralmente il testo, con tutta la dovizia di ‘simpatico’ attribuiti ora a Linda ora al suo cavallo… e con la probabile approssimazione relativa alle distanze chilometriche…
Il 21 Novembre, tranquillamente, senza chiassi di réclame in una magnifica giornata di sole, la signorina Linda Klinckowstroem è giunta a Roma. Notissima come amazzone e assidua frequentatrice dei concorsi ippici del suo Paese, è anche una apprezzata scrittrice. Appassionata sportswoman, nel 1926 aveva già compiuto con lo stesso cavallo il viaggio Stockolma Parigi e ritorno: uno scherzo di 3.000 km! Quest’anno, il 5 settembre lasciava la Svezia e sbarcata a Sassnitz incominciava il suo viaggio di 2.000 km per venire a Roma. La gentile Amazzone non è una maniaca dei raids; non ama battere dei records; ma conservando invece la misura e la grazia che contraddistinguono o almeno dovrebbero distinguere il sesso femminile, usa il cavallo come mezzo di trasporto che le permette di viaggiare in un modo simpatico e che a Lei – Donna di lettere oltre che di sport – lascia maggior agio di osservare e conoscere i paesi percorsi. Meta fissa Roma; non si è perciò prefissa di arrivarvi in un determinato giorno; ma anzi si è fermata dove Le è sembrato interessante farlo oltre a più lunghi soggiorni di una settimana a Berlino, Monaco di Baviera e Firenze. Non ha percorso in genere più di una cinquantina di chilometri al giorno, facendo tutto al più 65 o 70 km, dopo aver cominciato con tappe più brevi di 30 e 40, per non affaticare il suo “Castor” che non aveva avuto nessun allenamento speciale. “Castor” – un simpatico cavallo nonostante il mantello Isabella – è alto circa 1.72 e nel tipo rivela la sua elevata percentuale di sangue inglese. Esso è infatti nato in Svezia nel 1919 da uno stallone Annoverese e da una cavalla Svedese di ½ sangue figlia di Radieux p.s.i. nato in Francia. Appartiene alla Signorina fin da pulledro ed ha come andatura caratteristica il passo lunghissimo – conseguenza anche delle lunghe marce al passo – che gli permette di far comodamente 11 km in un’ora e dieci. Perciò la simpatica amazzone usa poco il trotto. Il cavallo è arrivato in buone condizioni.
Graziosa amazzone; bel cavallo; bardatura bellissima. La sella è quella usata dagli ufficiali della cavalleria Svedese in tutto simile a una comoda sella inglese con appoggi, alla quale ha applicato 4 eleganti borse di cuoio delle quali le anteriori sono attaccate a due sostegni brevettati che tengono le due saccocce distanti dal garrese e dalla spalla del cavallo. Invece del feltro ha usato la coperta di lana in uso per i cavalli di truppa della cavalleria Svedese. Cinghia di cuoio; staffe con panca imbottita di feltro; briglia militare con filetto e morso Irlandese. Il cavallo è un buon mangiatore e la sua razione normale è stata di 8 kg di avena al giorno con fieno a volontà. La biada è sempre stata data in 3 volte: 3 kg alle sette del mattino – circa un paio di ore prima di partire – 2 alle 17 e 3 alle 21 con fieno a volontà. Partito ferrato di fresco, è stato ferrato altre tre volte.
La Signorina si tratterrà qualche tempo a Roma e rientrerà poi per Venezia, Vienna, Varsavia e Danzica.