Agenzia LaPresse
Milano, maggio 2016 – Sono i principali obiettivi di una proposta di legge, firmata da Michela Vittoria Brambilla ed elaborata in collaborazione con associazioni animaliste specializzate, “che punta – si legge in una nota – ad una vera e propria rivoluzione rispetto ai termini tradizionali del rapporto tra l’uomo e questi splendidi animali. Il testo è stato presentato questa mattina, a Truccazzano – dove l’associazione Progetto Islander accoglie i cavalli maltrattati – da Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli animali e dell’Ambiente, chiedendo agli amanti degli animali di sostenerlo con una raccolta di firme sul quotidiano online NelCuore.org.
Sono intervenute anche Marina Ghiretti di Anima Equina, Evelina Isola di Wild Watching “I cavalli dell’Aveto” e Nicole Berlusconi di Progetto Islander. “Con la nostra proposta – sottolinea Brambilla – si scioglie definitivamente l’ambiguità che finora ha caratterizzato lo status degli equidi nel nostro Paese (e non solo): a volte animale d’affezione, per lo più animale da reddito con tutti gli annessi e connessi legati a questa scomoda situazione. Ma le cose devono cambiare: il cavallo, l‘asino, il bardotto, il mulo sono animali che danno e ricevono affetto e come tali devono essere trattati. A ciò provvedono le norme che abbiamo delineato, non solo mettendo gli equini sullo stesso piano giuridico dei cani e dei gatti e vietandone la macellazione e il consumo della carne, ma complessivamente rivedendo le norme che regolano le condizioni di vita di animali alleati dell’uomo da migliaia di anni”
“E’ tempo di rinnovare un patto antico”, spiega l’onorevole Brambilla. “L’uomo, mostrando il peggio di sé, ha tradito l’amico che gli offriva se stesso in battaglia, per il duro lavoro dei campi, come mezzo di trasporto. Oggi il cavallo continua a essere sfruttato in mille modi: nei circhi, negli ippodromi ufficiali, nelle corse clandestine, sui sampietrini dei centri urbani a trascinare carrozzelle sotto la pioggia o con il caldo torrido, lanciato a folle velocità sui tracciati medievali dei palii.
E nella maggior parte dei casi, spesso grazie a triangolazioni o certificazioni compiacenti, l’ultima stazione è il macello, per lo più dopo avere affrontato interminabili viaggi dall’est in condizioni inenarrabili. Mentre nel mondo anglosassone mangiare il cavallo è quasi inconcepibile, in alcuni Stati americani è addirittura illegale, da noi la specie è letteralmente utilizzata fino all’osso: l”Italia vanta il triste primato di maggiore consumatore di carne equina tra i grandi paesi europei: circa un chilo di carne all’anno pro capite. Fortunatamente le cose stanno cambiando. Nel 2006 erano ancora quasi 170 mila gli equini macellati nel nostro Paese, l’anno scorso sono stati poco più di 35 mila. Beninteso: anche uno solo sarebbe di troppo. Ma la gente capisce e manda in soffitta le vecchie mode alimentari. Anche l’inchiesta della Procura di Roma sui maltrattamenti ai cavalli delle botticelle – conclude l’ex ministro – è un segno dei tempi: la mia proposta abolisce i servizi di trasporto a trazione equina. Sono certa, così facendo, non solo di tutelare gli animali, ma anche l’immagine di un Paese, meta di milioni di turisti, che non può più tollerare certe violenze, se vuole dirsi civile”.
Il testo prevede innanzitutto il riconoscimento dello status di “animali di affezione” a tutti gli equidi. Di conseguenza è sancito il divieto di macellazione di cavalli, asini, muli e bardotti, nonché il divieto di vendita e di consumo della loro carne su tutto il territorio nazionale e quello di importazione ed esportazione a fini alimentari. E’ inoltre proibito usare gli equidi in spettacoli contrari alla loro natura e in esperimenti scientifici.
Vengono poi fissati criteri per la custodia e la cura degli equini, per evitare la detenzione in condizioni non adeguate. E’ istituito un registro anagrafico degli equini presso le Asl che dia garanzia di tracciabilità e riconducibilità all’effettivo proprietario o possessore.
Sono regolate le modalità di addestramento. Si aboliscono le aste di equini di proprietà delle Forze armate e di altri enti pubblici, che potranno essere affidati ad associazioni. Per gli equini anziani o malati sono previste convenzioni con strutture private o veri e propri “pensionati”.
Il testo definisce nuovi standard per i box (che devono avere dimensioni adeguate) e per la gestione dei cavalli (che hanno diritto di passare almeno due ore al giorno in un recinto erboso), abolisce i servizi di trasporto a trazione equina (come le botticelle), tutela le mandrie di cavalli selvaggi o rinselvatichiti. Sono infine introdotte sanzioni per chi viola la legge e il rafforzamento dell’istituto della confisca.
2 maggio 2015