Bologna, 12 luglio 2020 – Come il cavallo di Troia. Una volta che passa il principio, la guerra è vinta. E il principio è di quelli semplici e forti: il Testo Unico della legge 8 agosto 2019, numero 86, nella sua bozza dello scorso 9 luglio introduce ufficialmente per la prima volta in Italia la figura giuridica del cavallo ‘atleta’.
Una svolta romantica ma anche pratica di grande rilievo. Romantica, perchè il cavallo al centro dell’attenzione di migliaia e migliaia di persone tutti i santi giorni smette di essere un oggetto indistinto nel quadro legislativo nazionale, ma acquista il suo ruolo specifico, con diritti e doveri come una qualsiasi figura giuridica, quasi una promozione sociale attesa e sostenuta da anni dalla Fise e giunta finalmente a coronamento. Una vittoria quella della Federazione Italiana Sport Equestri, che ha senpre sostenuto la necessità di cogliere nelle specificità del cavalli ‘atleti’ un valore ed un patrimonio da proteggere e tutelare a tutti i livelli. E che adesso il Ministro Spadafora ha riconosciuto mettendo per la prima volta nero su bianco le parole che suggellano questa impostazione.
Ma si tratta anche di una svolta pragmatica perchè, anche se la bozza ancora non dettaglia gli aspetti tecnici di questa legge (lasciati agli sviluppi della stesa bozza e poi ai decreti attuativi che ne daranno successivo svolgimento), è evidente che il riconoscimento giuridico aprirà la strada ad un quadro più favorevole alla specificità complessa dei nostri amici cavalli ‘atleti’.
E così, la sezione II (intitolata “degli sport equestri”) del capitolo IV (“discipline sportive che prevedono l’impiego di animali”) è destinata a ridisegnare la vita di molti cavalieri, addetti ai lavori, appassionati, tecnici, aiutanti e semplici collaboratori di centri ippici, maneggi, strutture sportive, enti e associazioni.
Ancora una volta il mondo equestre si trova a ‘pensare’ e prestare attenzione in modo diverso da tutto il resto del paese. Mentre infatti la rivoluzione dello sport annunciata dal Ministro Spadafora sta creando un terremoto traversale all’Italia, bloccando la ricandidatura di Malagò alla presidenza del Coni e di molti presidenti federali alle prossime elezioni, da Di Rocco al ciclismo a Barelli al nuoto, per gli appassionati di cavalli questa prima bozza circolata tra gli addetti ai lavori ha destato un’attenzione ben diversa e molto più tecnica. Mentre l’Italia dei campi sportivi e soprattutto dei palazzi del potere discute di elezioni e ineliggibilità, il mondo equestre si prepara a capire meglio fino a che punto questa rivoluzione potrà finalmente riconoscere i diritti dei cavalli ‘atleti’ al di là delle formule e delle singole enunciazioni. Insomma, il principio è passato. Come il cavallo di Troia potrà cambiare la storia, romanticamente certo, ma anche praticamente.