Ginevra, domenica 12 dicembre 2021 – Martin Fuchs entra nella storia del concorso di Ginevra come unico cavaliere capace di vincere due volte consecutive il Gran Premio Rolex. Consecutive, sì: ma con in mezzo una serie di eventi che fanno sembrare le due date lontanissime fra loro.
Tra la vittoria del dicembre 2019 e quella di oggi infatti per Martin Fuchs ci sono state la pandemia (questo per tutti, purtroppo) e l’azzeramento di un intero anno agonistico, poi un’Olimpiade sognata in un modo e finita in un altro, un Campionato d’Europa ricco di medaglie, ma soprattutto il terribile infortunio di Clooney (il vincitore a Ginevra nel 2019) che in un primo momento aveva fatto temere per la vita stessa del prodigioso grigio e che poi fortunatamente si è risolto per il meglio sebbene con il ritiro del cavallo dallo sport.
Tutti eventi che ovviamente hanno inciso parecchio sul modo di percepire le cose da parte di un giovane uomo – 29 anni – come Martin Fuchs: il quale infatti nel 2019 sembrava pazzo di gioia, mentre oggi ha manifestato un entusiasmo grande, sì, ma controllato come si conviene a chi ormai ha raggiunto e consolidato una certa maturità.
Subito dopo la fine del Gran Premio i tre protagonisti – Martin Fuchs, Harrie Smolders e Max Kuehner – si sono ritrovati al cospetto dei giornalisti per la conferenza stampa di rito. Rilassati (finalmente!), felici e soddisfatti tutti e tre.
“Vincere qui per la seconda volta è fantastico”, ha detto Fuchs. “Mi sono reso conto vedendo il percorso del barrage che per il mio cavallo sarebbe stato ideale: Leone Jei infatti non è naturalmente veloce però ha una grande falcata, quindi nelle linee mi permette di togliere un tempo di galoppo, cosa che invece sarebbe stata più difficile per i miei avversari. Poi sono stato anche un po’ fortunato, con l’errore di Kent Farrington sull’ultimo ostacolo…”.
“Sì, Leone Jei non è un cavallo naturalmente veloce”, ha detto Max Kuehner, “ma è stato Martin oggi a renderlo il più veloce: quindi merita del tutto la sua vittoria”.
“Voglio fare i miei complimenti al direttore di campo (in realtà due: Gerard Lachat e Louis Konickx, n.d.r.)”, ha poi aggiunto Harrie Smolders, “il quale probabilmente ha il compito più difficile dell’intero concorso. Oggi il percorso era difficile ma molto onesto, il tempo massimo era calcolato perfettamente, gli errori ci sono stati ovunque, i percorsi netti sono stati sei: tutto perfetto, poi un bellissimo barrage. Davvero un grande spettacolo”.
“Dopo aver terminato la ricognizione a piedi”, ha infine raccontato Martin Fuchs, “sono andato da Gerard Lachat per dirgli che secondo me si trattava del percorso più bello che lui avesse mai costruito. Dopo averlo fatto in sella e dopo… aver vinto, beh, non posso che confermare!”.
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO
https://www.chi-geneve.ch/results/live.aspx?e=165&c=20&s=463