Bologna, 5 marzo 2022 – Questa notte, a soli 66 anni, è mancato Sandro Centinaio. Un uomo di cavalli, di scienza, un professionista. Una persona che proprio in virtù del proprio lavoro è entrato nella vita di un numero incredibile di cavalieri, groom, proprietari, colleghi e cavalli.
Chiunque abbia frequentato il mondo equestre negli ultimi 40 anni ne ha sicuramente almeno sentito parlare. I più fortunati l’hanno anche conosciuto. Molti lo hanno definito un gigante.
Qualche mese fa aveva scoperto di avere un tumore. Anzi, siccome lui è sempre stato uno estremamente diretto, aveva scoperto di avere un cancro. Brutto e bastardo.
Una malattia che, con la consapevolezza di un uomo di scienza e con la determinazione personale del suo carattere, ha provato a combattere.
Alla sua maniera. Guardando avanti. Non smettendo di fare progetti. Arrivando perfino a ironizzare. Sicuramente celando le proprie umane paure e cedendo solo davanti a pochissimi.
«Tanto oramai di buoni veterinari ce ne sono tanti…» aveva buttato lì, con il suo humor raggelante in una telefonata di pochi mesi fa.
Dopo un milione di chiamate ricevute per le tante visite e i tanti cavalli da vedere, quella volta aveva chiamato lui. Voleva ringraziare per un articolo che Cavallo Magazine aveva pubblicato in occasione del premio San Magno 2021, che la contrada rossobiancorossa di Legnano gli aveva assegnato per l’esemplare impegno di una vita nel Palio. Una passione che aveva ereditato e condiviso con suo padre Franco.
Era solo novembre. E nonostante la malattia, ‘il Centinaio’ aveva mille progetti. Come quello per la scuola degli artieri, per la quale – ci aveva promesso – ci avrebbe tenuto aggiornati.
Ci teneva tantissimo: «Metà di quello che c’è da sapere sui cavalli parte da lì» diceva.
Tanti i ricordi. Tantissimi…
Come quella volta che, giovane veterinario, si è trovato inseguito in box da Bahia, una cavalla cattivissima poi passata alla scuola. Sembrava un cartone animato… La cavalla lo inseguiva, con la bocca aperta, mentre correvano in tondo nel box. Oppure, anni dopo, nel 98 ai Weg di Roma, quando era così teso che a un certo punto i suoi colleghi l’hanno chiuso in macchina per costringerlo a riposarsi. O ancora quando ha fatto partire il progetto dell’ambulanza veterinaria. Del laboratorio mobile. O quando seguiva le trasferte dei nostri team agli impegni più importanti. O, più semplicemente, quando visitava e con una onestà disarmante ti diceva esattamente quello che era… Dritto e piatto.
Alessandro Centinaio, di quella generazione di veterinari che ha traghettato la professione fatta prevalentemente dall’esperienza sul campo fino al mondo della diagnostica più avanzata, è sempre stato un uomo con la mente aperta a trecentosessanta gradi. Ha lavorato con veterinari come Stihl e Cronau così come con tanti giovani che si sono formati con lui alla Clinica della Brughiera.
Quante cose ci mancheranno del dottor Centinaio…
Ebbene sì, compreso il suo carattere. Comprese le goliardiche e colorite querelle con i colleghi di una vita.
E quante ne mancheranno ai cavalli… I suoi veri pazienti. Quelli per i quali tutto è cominciato e per i quali il doc non ha mai smesso di spendersi. Fino alla fine.
Ora, per ciascuno, è il momento della memoria e del dolore. Dei tanti ricordi.
Ci stringiamo intorno alla famiglia. Alla moglie Antonella. Ai fratelli Gianni e Alberto con il quale progettava di spendere del tempo per riorganizzare l’orto.
Con commozione e gratitudine sincera.