Francoforte, 23 marzo 2022 – Jenny era abituata ad andare in giro da sola, già da tanti anni.
Ma adesso ha ampliato il suo raggio d’azione, e guarda il suo paesino da lassù: perché Jenny, la Purosangue Araba grigia del signor Werner Weischedel, è stata addormentata per sempre a causa di un tumore.
20 anni, la delicatezza innata dei PSA e un carattere così adorabile da godere di tutta la fiducia possibile, la grigia era famosa perché il suo proprietario la lasciava da anni gironzolare per il paese.
Completamente libera se non per una capezza con il bigliettino che spiegava chi fosse, e che era autorizzata al giretto solitario.
E non solo Weischedel la amava, ma anche tutti gli abitanti di Fechenheim: era diventata parte del paesaggio, del tessuto sociale, rasserenava tutti con la sua gentilezza e quel passo tranquillo.
Ora la famiglia Weischedel è sommersa da messaggi di affetto e cordoglio, come se fosse mancata una persona di famiglia: perché Jenny era una di famiglia, una figura amata e rispettata da tutti.
Una storia così bella la sua che ha ispirato anche un documentario, The Walk, girato dal regista Michael Jung.
«È terribile», ha detto Werner Weischedel ai cronisti di Kodami, «amavamo Jenny e la ameremo per sempre. Jenny era un essere intelligente e sensibile, ha regalato ai bambini una gioia indescrivibile e ha aiutato delle persone con problemi psicologici; ci lascia un vuoto enorme, che non può essere colmato. A noi, alla sua gente, mancherà immensamente. Abbiamo provato di tutto per fermare quel cancro ma non ha funzionato, Jenny sarebbe morta dissanguata quindi l’unico aiuto che potevamo darle era farla addormentare. È un dolore insopportabile».
Petra von Rhein, una concittadina di Jenny, la ricorda così: «Vedo la criniera bianca di Jenny che sventola nel cielo blu, lei continua a passeggiare».
Aggiunge Grit Germaine De Soy: «Era il nostro portafortuna, eravamo sempre felici quando la bianca Jenny appariva in strada come in una favola»,
«Specialmente alla luce della sera di un tramonto sul Mainbogen, a volte sembrava l’unicorno bianco, la creatura magica, a cui la gente affida le proprie speranze di pace e libertà. Chissà, forse lei riapparirà in un’altra forma per portarci questi sentimenti».
Chissà, lo speriamo tutti: anche perché di questi tempi ne abbiamo davvero bisogno.