Perugia, 26 aprile 2019 – E’ campione mondiale di Endurance a squadre, manager della Sistema Eventi con cui realizza manifestazioni a livello internazionale che ruotano attorno al mondo dell’ippica, molto vicino a personaggi del calibro di Sheikh Mohammed Bin Rashid Al Maktoum Primo ministro e vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti nonché emiro di Dubai e dell’ambasciatore Saqer Nasser Al Raisi: ma adesso Gianluca Laliscia si trova indagato per omicidio colposo per aver concorso nel provocare la morte accidentale di un imprenditore locale.
Tutto ruota attorno al decesso di Domenico Pelagatti, 48 anni di Bastia Umbra, trovato senza vita il 20 ottobre del 2016 all’interno di un pozzetto prefabbricato: annegato, secondo quanto stabilì l’autopsia. Inizialmente la vicenda resta avvolta dal mistero. Si scoprirà poi che si è trattato di un drammatico incidente. Secondo le indagini, svolte dai carabinieri della compagnia di Assisi, coordinati dal pm Valentina Manuali, quel pozzetto di 50 centimentri per 50, un impianto fossa imhof, privo di fondo e del relativo chiusino, sarebbe stato realizzato tra il 2007 e il 2008 proprio dalla «Sistema Eventi» di cui è amministratore unico Laliscia e dalla «Eventi Italia» per lo smaltimento delle acque reflue, in occasione dell’Endurance Lifestyle che si svolse tra il 2007 e il 2009 ad Assisi. L’area era stata data in affitto dall’Abbazia San Pietro alla società «Gat» – ricostruiranno gli investigatori – con durata ventennale e da quest’ultima sub affittata alla Sistema eventi, fino al 2009 data della risoluzione del contratto. In particolare però – secondo l’ipotesi accusatoria – la società di Laliscia avrebbe restituito il terreno «senza aver adempiuto all’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi previsto nella scrittura e quindi senza rimuovere il pozzetto (che non era presente nella planimetria redatta nel settembre 2009)» mentre la Gat avrebbe accettato in consegna il terreno senza accertare la rimozione del pozzetto. «Così, non volendo, per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia, negligenza» cagionavano la morte del giovane imprenditore. Insieme a Laliscia sono indagati, l’amministratore di Eventi italiani, quello della Gat e il direttore dei lavori per gli eventi Endurance.
Quel maledetto 20 ottobre Pelagatti uscì per fare una passeggiata con il cane: probabilmente il telefono o le chiavi (trovate poi in fondo) caddero nel pozzetto e lui si sporse, perdendo l’equilibrio all’interno e annegando.
Contattato da «La Nazione» Laliscia non ha voluto rilasciare commenti in merito all’indagine penale, in attesa di avere piena consapevolezza della vicenda. «Non ho ancora ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e sono stato solamente convocato dai carabinieri. Confido nell’operato della magistratura».