Ancona, 3 ottobre 2017 – Un cavallo è morto, un altro: si chiamava Arturo, si è fratturato in modo gravissimo un anteriore e non c’è stata altra soluzione che l’abbattimento per evitargli inutili sofferenze.
Questa volta è successo a Moie, in provincia di Ancona, durante le prove delle Giostre Medievali che si effettuano al centro della Associazione Equestre Vallesina: un altro di quei paliotti dove si rischiano cavalli a cuor leggero, verrebbe da pensare, dove prima vengono interessi che poco hanno a che fare con la passione storica e poi quelli del benessere dei cavalli? e invece no, assolutamente.
Noi di Cavallo Magazine abbiamo voluto approfondire la notizia, tragica a prescindere, e abbiamo telefonato al dottor Stefano Sgariglia, il medico veterinario che prestava servizio durante la manifestazione e ha soccorso il cavallo, per avere maggiori informazioni sull’accaduto.
“Arturo non era un Purosangue Inglese, ma un incrocio Quarter x Psi – ci spiega il dottor Sgariglia – il suo è un passaporto grigio, ufficialmente viene definito di origine sconosciuta ma era per l’appunto un mezzosangue. Ho visto l’incidente da dietro e abbiamo ricostruito l’accaduto anche grazie ai segni e alle abrasioni che abbiamo trovato sui suoi arti: Arturo si è raggiunto all’anteriore mentre galoppava all’ingresso della curva a mano sinistra, in modo deciso. E’ inciampato e caduto appoggiandosi in torsione sul ginocchio dell’anteriore sinistro, procurandosi una frattura gravissima, a spirale, al radio.
Lo abbiamo immediatamente raggiunto, l’arto è stato subito contenuto e il cavallo stabilizzato, in 10 minuti era già sull’ambulanza veterinaria – formita di struttura sospensoria – che lo ha portato alla clinica.
Lì purtroppo non abbiamo potuto fare altro che sopprimerlo, in quanto la frattura era di una complessità eccezzionale ed anche in letteratura qeusti casi non sono compatibili con uno stato di benessere animale, non si può attuare nessun tipo di terapia chirurgica o medica tale da consentire una vita sufficientemente sopportabile. Un caso simile successe al cavallo Rewilding, mentre galoppava in linea retta sulla pista di Ascot, nel luglio 2011: era montato da Dettori.
Non posso sinceramente attribuire ad inadempienze, poca accuratezza o mancata serietà nella preparazione della pista – una delle più curate dal punto di vista della sicurezza – nè tanto meno al tipo di cavallo impiegato quanto è successo: come ripeto, Arturo era un Mezzosangue.
E anche al di là della razza, tengo a precisare che è sempre la professionalità di chi sta attorno ai cavalli a fare la differenza: se ben gestiti e correttamente montati, seguendo le priorità del benessere animale in una struttura preparata adeguatamente per l’impegno previsto, i rischi per i cavalli sono contenuti entro i limiti oggettivamente esistenti in tutte le attività che li coinvolgono.
Se dovessi fare un elenco degli interventi per cui vengo chiamato il sabato e la domenica, a causa di incidenti avvenuti in semplici passeggiate ci sarebbe una casistica ben peggiore con numeri sicuramente più preoccupanti di quelli che riguardano questo tipo di manifestazioni.
Credo piuttosto si debba fare di più per controllare, oltre ai cavalli, anche chi li monta: incidenti come quello occorso al Palio di Buti nel 2007 , dove due cavalli si schiantarono sulle transenne andando dritti in curva e uno, Buffanti venne soppresso, sono stati causati dai fantini che invece di pensare a guidare il cavallo se le stavano dando fra di loro di santa ragione. Prevedere un controllo antidoping per chi monta anche in queste corse storiche sarebbe sicuramente un passaggio fondamentale per aumentare la sicurezza di cavalli e cavalieri“.
Da notare che in pista, nelle corse regolari, per i fantini è previsto un controllo antidoping da effettuarsi a sorpresa.
Per avere chiaro il quadro della situazione è utile anche sapere cosa sono le Giostre Medievali di Moie: si tratta di un campionato a tappe il cui scopo non è vincere un gettone o un palio, ma la formazione dei binomi e l’acquisizione di un punteggio che permetterà loro di partecipare alle Quintane maggiori.
Qui a Moie la giuria richiama molto spesso i cavalieri che si comportano maleducatamente, e premia con apprezzamenti ufficiali chi invece si distingue per sportività e correttezza nella gestione del cavallo: tra i 30 binomi presenti domenica ce n’erano almeno un decina formati da ragazzi giovani coi loro cavalli di sempre, non sono professionisti abbonati al circuito dei palii, di cui a Moie non esiste assolutamente né il clima né il contorno spesso esagitato.
In questa struttura i cavalli vengono visti dalla commissione veterinaria – cui l’organizzazione lascia carta bianca – prima a mano nel tondino, poi nel maneggio in erba dove vengono riscaldati, dopodichè entrano in pista per provare il cavallo e abituarlo a bendierine, nastri, strisce per terra al piccolo o gran galoppo; la giostra prevede la presa dell’anello con la lancia.
Se i cavalli non rientrano in condizione vengono fermati e non effettuano la corsa all’anello, la pista viene ripassata continuamente, ogni 5/7 binomi.
Arturo non ha avuto fortuna, ci piange il cuore per la sua sorte e siamo vicini al suo cavaliere che non lo ha più: ma non ci sentiamo di poter puntare il dito contro nessuno, in questo caso.
Qui il sito della A. E. Vallesina