Bologna, 4 dicembre 2020 – Il tunnel è sicuramente più lungo di quanto ci si aspettasse… Una pandemia che di ondata in ondata sembra non finire mai ci sta abituando a vivere quel che resta della nostra vita equestre in maniera diversa da quello che eravamo abituati a fare.
In tanti casi ci sta abituando a rinunce pesanti: alle lezioni, a socializzare intorno a un interesse comune, ai trekking in compagnia, a godere in serenità della vita in scuderia.
In altri casi ci frustra e rende difficile un’attività che per moltissimi è il lavoro: si pensi ai comitati organizzatori delle gare, ai cavalieri, agli sponsor, ai groom, ai trasportatori.
In pochi casi ha spinto a pensare con ‘astuzia’: quella che serve per aggirare un divieto, per provare comunque ad andare avanti come se niente fosse infischiandosene dei morti.
Sono tre aspetti molto diversi tra loro, ma fotografano tutti il disagio di un momento che non avremmo neppure potuto immaginare.
Di fatto, il settore equestre è piuttosto in sofferenza, economica ed emotiva.
Tra tante incertezze, ipotesi contraddittorie e la selva delle difficoltà, c’è però un dato: deve finire.
E quando tutto sarà dietro le nostre spalle, quello che ci troveremo davanti sarà solo quello che, con tenacia, avremo difeso con le unghie e con i denti in questo periodo.
L’invito è quindi a fare rete. Intorno ai nostri istruttori, alle nostre sellerie, alle nostre scuderie. Difendiamo con le risorse che abbiamo – poche o tante che siano – quello che è sempre stato un mondo per tutti noi così importante.
Qualche idea? La lezione sospesa, l’iscrizione a una associazione equestre, un regalo di Natale comprato in selleria, un sacco di carote regalato alla scuola…
I nostri cavalli non sanno cosa sta succedendo. Altrimenti ci aiuterebbero anche in questo frangente. Come sempre nella storia. Noi non possiamo essere da meno!