Bologna, domenica 24 luglio 2022 – Essere stati ripescati per la finale del circuito di Coppa delle Nazioni della Eef (di fatto la Seconda Divisione) a seguito della rinuncia della Svizzera è davvero una buona notizia?
Il ‘ripescaggio’ è avvenuto grazie al fatto che l’Italia è la vincitrice della finale del 2021: ci potremmo quasi definire… campioni uscenti. In effetti sono molte le competizioni sportive che prevedono la partecipazione del vincitore dell’edizione precedente senza l’obbligo di qualifica (per esempio la finale di Coppa del Mondo). Oppure la partecipazione dei Paesi organizzatori di quella manifestazione, ugualmente senza obbligo di qualifica: basti pensare proprio al caso della Polonia (che sarà in gara a Varsavia per questo motivo) o a quello ancora più sconcertante della Spagna che da sempre prende parte alla finale mondiale di Coppa delle Nazioni semplicemente perché da sempre la Fei ne affida l’organizzazione al Real Polo Club di Barcellona… (il che è scandaloso, tuttavia si tratta di un’altra faccenda rispetto a ciò di cui si sta ragionando qui).
Ma perché per noi prendere parte alla finale di Varsavia dovrebbe essere una buona notizia? Per due motivi. Il primo è che appunto noi siamo i vincitori del 2021 e quindi l’orgoglio sportivo ci dice che esservi è una cosa buona. Il secondo motivo è un po’ più articolato, e riguarda l’ipotesi di conquistare la promozione in Prima Divisione, torneo dal quale noi siamo stati esclusi alla fine del 2021 (e che ci aveva visto vincitori nel 2019… ) con la conseguente retrocessione nel circuito Eef. Per essere promossi e quindi tornare in Prima Divisione noi dovremmo risultare a Varsavia la prima squadra in classifica tra quelle che non sono già nella divisione massima: cioè dovremmo lasciarci alle spalle Austria, Portogallo, Spagna, Ungheria e Polonia, mentre le altre finaliste di Varsavia che sono già in Prima Divisione sono Belgio, Germania, Irlanda, Olanda e Svezia.
Di conseguenza, altra domanda: perché è così importante essere in Prima Divisione? Anche qui, due motivi. Il primo: la Prima Divisione riunisce le squadre più forti, dunque esservi compresi è ragione di prestigio, proprio come nel calcio essere una squadra di serie A o di serie B. Il secondo motivo richiede una specie di piccola analisi storica.
Fino a non molto tempo fa il circuito di Coppa delle Nazioni riservato alle squadre di serie A (una serie A che si è chiamata via via Super League, poi Top League, infine Prima Divisione) comprendeva buona parte dei concorsi più importanti del mondo, ovviamente tutti a cinque stelle. Dunque poter prendere parte a quelle gare era quasi indispensabile per prepararsi al meglio in vista del campionato internazionale dell’anno. In poche parole: non era pensabile (per tutti, sia chiaro) preparare le Olimpiadi o il Campionato del Mondo o il Campionato d’Europa andando con la squadra a gareggiare ‘in provincia’ in competizioni a due o tre stelle. Questo è stato per anni il pensiero dominante, in Italia come pure nelle altre nazioni d’Europa.
Poi però è accaduto un fatto che ha scompaginato gli equilibri: da quando la serie A è stata denominata Prima Divisione diventando un ’girone’ limitato all’Europa, alcuni dei più importanti Csio del mondo dalla Prima Divisione sono usciti o addirittura non vi sono mai entrati (faccende legate alle sponsorizzazioni: qui però parliamo degli aspetti tecnici e agonistici del fenomeno, non economici e… amministrativi). E’ il caso degli Csio di Aquisgrana e di Calgary (quest’ultimo in quanto canadese in Prima Divisione non avrebbe potuto comunque rimanere), che della Prima Divisione non hanno mai fatto parte: è pensabile che un circuito che ha la pretesa di riunire le più importati Coppe delle Nazioni del mondo non comprenda nel suo calendario la più importante Coppa delle Nazioni del mondo, cioè quella di Aquisgrana? Poi in ordine di tempo ci sono state le uscite dalla Prima Divisione – per precisa e ponderata scelta degli organizzatori e delle rispettive federazioni nazionali – degli Csio di Roma e di La Baule. Mentre da tempo si vocifera che anche lo Csio di Dublino sarebbe pronto a fare altrettanto.
Quindi, in sostanza: le squadre che compongono la Prima Divisione sono effettivamente le più forti, ma il circuito che una volta dava l’opportunità di affrontare le gare più importanti del mondo ormai è depauperato in modo notevole, contando oggi solo sugli Csio di San Gallo (Svizzera), Sopot (Polonia), Rotterdam (Olanda), Falsterbo (Svezia), Hickstead (Gran Bretagna) e Dublino (Irlanda). Apriamo una parentesi per dire a questo proposito che nostra opinione personale è che a breve tutto il meccanismo della Prima Divisione dovrà (o quanto meno dovrebbe… ) essere rivisto: non avrebbe alcun senso infatti mantenere in vita un circuito che pretende di rappresentare l’élite delle gare a squadre non comprendendo le Coppe delle Nazioni di Aquisgrana, La Baule, Roma, Knokke e probabilmente nel prossimo futuro anche Dublino… pur sapendo che il nodo del problema è rappresentato da questioni relative alle sponsorizzazioni, questioni che prima o poi in qualche modo si dovranno pur superare. Chiusa parentesi.
Dunque a chi sostiene che per noi (noi Italia, cioè) sarebbe fondamentale ritornare in Prima Divisione per poter affrontare concorsi di quel livello e di quella importanza si può tranquillamente rispondere che al giorno d’oggi tale motivo non sussiste più. L’accaduto di questo 2022 lo dimostra con tutta evidenza: noi per l’appunto non siamo in Prima Divisione però abbiamo partecipato in questi primi sette mesi della stagione agli Csio a cinque stelle di La Baule, Roma, Rotterdam (che è in Prima Divisione: dunque noi vi abbiamo preso parte senza guadagnare punti), Knokke e Falsterbo (idem come Rotterdam).
Essere a Varsavia sarà comunque bello e importante: anche perché le sfide (anche quando si perdono) sono il sale dello sport. Se dovessimo riuscire nell’impresa di riconquistare la Prima Divisione sarà motivo di grande gioia: del resto più volte siamo stati in… serie B nel corso del tempo e più volte abbiamo conquistato la promozione in serie A. Poter tornare nel gruppo delle squadre più forti è un obiettivo senza alcun dubbio: riuscirci ci piacerebbe tantissimo, essendo tuttavia perfettamente consapevoli del fatto che da un punto di vista strettamente pratico non ci servirebbe a niente.