Bologna, 17 marzo 2024 – Le corse clandestine: cicliche e periodiche al punto che noi siamo stanchi di scriverlo e molti lettori di leggerlo. Eppure il problema, grave anzi gravissimo, persiste.
Per facilità di comprensione, analizziamo un’agenzia di Italpress di questa settimana.
Personale della Squadra Mobile e delle Volanti di Messina è intervenuto, all’alba di ieri (il 15 marzo, ndr), al termine di una competizione non autorizzata tra cavalli. Denunciati quattro messinesi che hanno attivamente partecipato alla gara. Gli agenti hanno interrotto una gara tra due calessi con il seguito di numerose moto e centinaia di persone – comprese donne e bambini – che, con clacson e urla, hanno incitato gli animali, che si misuravano in un tragitto percorso in direzione mare-monte. L’intervento della Polizia di Stato ha determinato il fuggi-fuggi generale. In particolare degli scooter che durante la corsa hanno costantemente affiancato i cavalli a velocità sostenuta ed azionato i clacson simultaneamente. Sono stati identificati i fantini e i proprietari dei cavalli, tutti denunciati per aver partecipato attivamente alla competizione clandestina, ponendo a rischio l’integrità fisica degli animali.
Prima analisi
Le corse clandestine sono atti illegali gestiti dalla malavita organizzata. Questo dicono gli inquirenti. Il loro scopo è il riciclo di denaro sporco. La passione per i cavalli e le corse naturalmente non c’entra nulla. Né da parte di chi organizza le corse, né da parte di chi si ‘occupa’ dei cavalli, né da parte di chi assiste a questi atti criminali.
Lo sappiamo noi e lo sanno tutti. La domanda allora è una: perché? Perché le persone si prestano a fare da platea a eventi così risaputamente illegali? Solo perché in mezzo ci sono “solo” dei poveri animali? È quindi per riuscire a sentirsi superiori alla legge sulle spalle di qualche sfortunatissimo cavallo (o cane o gallo)?
La proposta sembrerà azzardata e ovviamente – lungi dal promuovere qualsiasi tipo di illecito o violenza – vuole essere solo una paradossale provocazione… Ma visto che tanto con la ragione non si riesce ad arrivare da nessuna parte, proviamoci con altro… Perché al posto delle corse clandestine con i cavalli o dei combattimenti con i cani (altro fenomeno estremamente cruento) non si torna a organizzare, come ai tempi dei romani, dei catartici ‘giochi’ tra gladiatori a mani nude? Quale miglior modo per esibire la propria supremazia e stimolare i favori e il desiderio di rivalsa del pubblico urlante…
Ma l’agenzia di Italpress non è finita e prosegue così:
I cavalli sono stati pertanto sequestrati ed affidati in giudiziale custodia ad un maneggio. Personale dell’Asp – Dipartimento di Prevenzione Veterinaria, intervenuto su richiesta degli agenti della Questura, ha successivamente effettuato un prelievo di campione di sostanze ematiche su entrambi gli equini, finalizzato ad approfondimenti antidoping. Sono state inoltre attivate dalla Questura le procedure per l’applicazione delle adeguate misure di prevenzione personale e che i responsabili verranno altresì sanzionati ai sensi del Codice della Strada per aver messo in pericolo la sicurezza nella circolazione stradale.
Seconda analisi
Nessuno di noi pensa neppure per un secondo che il problema sia il doping o il non rispetto del Codice della strada. Per quanto indici gravi, il problema è altro e riguarda i cavalli. Sequestrati e affidati significa che la comunità, con i tempi della nostra burocrazia, provvederà al loro mantenimento presso un centro che non potrà fare altro che alimentarli e guardarli. Spessissimo anticipando le spese. I cavalli rimangono nel legale possesso dei loro aguzzini e non è affatto raro – ci devasta saperlo – che spesso vengano loro restituiti. Quindi chi li ha in custodia non può letteralmente fare nulla. Se non vederli tornare da dove sono venuti dopo aver provato a dare loro una vita più rispettosa, sperando che non finiscano troppo presto impegnati in altre corse clandestine.
Le forze dell’ordine fanno la loro parte. Qualcuno (sempre troppo pochi) anche a livello politico ci mette la faccia e rischia la propria incolumità. Parte della società civile reagisce ma tanti invece stanno lì e guardano. Alcuni portano perfino i bambini per mostrare loro – viva l’educazione – che spesso, gli animali sono quelli con due gambe.
Visto che rivolgersi ai delinquenti pregandoli di non delinquere sembra essere una strada poco fruttuosa, il nostro appello questa volta lo rivolgiamo agli altri. Al popolo che segue queste corse e ne motiva l’esistenza.
Che senso ha scommettere su corse che già in partenza sappiamo che sono truccate? Che senso ha rendersi complici dell’illegalità sostenendo il crimine organizzato? Quale vantaggio si può trarre da un atteggiamento così infamante come farsi forti sui più deboli? Siamo davvero tutti così ostaggio di un sistema tanto da diventarne anche complici?
Analisi, riflessioni buttate lì. Fino alla prossima corsa dove qualcuno penserà di avere vinto senza capire che invece abbiamo perso tutti.