Torino, 31 ottobre 2022 – Oggi diamo voce a un commento per così dire ‘esterno’, ma nemmeno troppo.
Mario Catania su ALCE, Associazione Laboratorio Culturale Europeo, è solito condividere alcune riflessioni su vari temi, spesso equestri, scaturite parlando con amici .
Ci è piaciuto che consideri anche noi di Cavallo Magazine tra questi: e potevamo tenerla solo per noi?
Ovviamente no: grazie Mario, e grazie a chi vorrà commentare o dire la sua sull’argomento.
Parlando con gli amici Paola Salvalaggio e Davide Ferrando di equitazione ed essendo loro rispettivamente la titolare di una scuderia e un noto commerciante i quali si stanno, ovviamente, confrontando oggi con problematiche legate ai costi di questo sport…d’élite siamo giunti a una riflessione: quella secondo la quale, purtroppo, in Italia manchi la cultura dell’equitazione.
In un’ipotetica tavolata di una decina di persone in paesi quali l’Inghilterra, la Francia, la Germania, la Spagna, l’Olanda solo per citarne alcuni a noi vicini, sarebbe normale trovare più della metà dei commensali i quali sappiano parlare di cavalli, li conoscano e pratichino sport equestri.
In Italia, la percentuale, sarà drasticamente ridotta e, credetemi, il perché non è solo da ricondurre ai costi.
Voglio portare un esempio: mantenere un figlio o una figlia in uno sci club mediocre, nulla di eccezionale – considerando attrezzature, costo dell’iscrizione, trasferte, skipass, manutenzione degli sci – non costa meno di sette o otto mila euro … solo per la stagione invernale … se, poi, aggiungiamo quella estiva, beh i costi lievitano.
Credo di potere affermare che tale cifra, o poco più, potrebbe essere spesa per mantenere in una ASD dilettantistica un atleta per l’intero anno.
Certo lo sci, come il tennis, come il golf, come l’equitazione – lasciando a parte il motorsport che è mondo a sé – sono tutti considerati sport d’élite.
Ma va da sé che la stessa élite che porta con estrema facilità il figlio a sciare o a giocare a golf o a tennis ha, molto spesso, paura di farlo avvicinare al mondo equestre.
Per molti si tratta di vero e proprio timore verso l’animale, per altri subentra il fattore rischio perché, purtroppo, l’equitazione è considerata tra i dieci sport più pericolosi al mondo.
Bene, anche su questo punto credo che si debba parlare di deficit culturale che, con grande sforzo, la Federazione Italiana Sport Equestri sta cercando di colmare.
Sport quali la Formula 1 o la Moto GP e, tutto il motorsport in generale, sono scesi nella classifica della pericolosità grazie ai progressi che la tecnica della sicurezza ha prodotto negli ultimi lustri.
Tutti noi crediamo che il retaggio culturale del considerare gli sport equestri pericolosi – o, perlomeno, più pericolosi di altri – sia legato proprio a progressi passati sottovalutati nell’ambito della sicurezza.
Ai quali oggi, fortunatamente, la Federazione sta cercando di sopperire.
Poi è vero, a cavallo si cade, ma vale anche per lo sci e la bicicletta …. Va da sé.
E voi cosa ne pensate?
Sono i costi che comporta la pratica dell’equitazione a tenere lontani i potenziali appassionati, o la sua aura di sport pericoloso?
Lasciate anche i vostri commenti, una vostra riflessione: siamo tra amici.