Bologna, 29 luglio 2023 – Quando si parla di giovani e futuro è facile la tentazione di cadere nella retorica e nei facili entusiasmi, non sostenuti poi da una adeguata coerenza nei fatti e negli impegni successivi: così va il mondo…
Cercheremo di uscire da queste logiche ma il forte impatto emotivo delle Ponyadi, con la sua coinvolgente cerimonia di apertura, i mille e più giovanissimi di 22 discipline e l’imponente sforzo organizzativo che li ha proiettati in uno scenario di sensazioni e profumo olimpico ci induce almeno a una visione.
Mentre ci scorrevano davanti centinaia di ragazzi impeccabili nelle loro divise (rosso per il Piemonte, verde per la Lombardia, blu l’Abruzzo e così via), orgogliosi di vestire un’identità, impettiti nella loro appartenenza a una squadra, la nostra immaginazione ci portava avanti di dieci-quindici-venti anni, come in un film a tempi sovrapposti. E siamo sicuri che la nostra visione troverà conferma nella realtà. Vedevamo questi stessi ragazzi già nel 2025, diffondere cultura e principi a centinaia di allievi, portare i nostri brand nel mondo, dirigere le nostre aziende, orientare i programmi sociali, lottare per i diritti e le resposabilità di tutti, crescere generazioni di futuri mini-atleti, rappresentarci a Bruxelles, Washington, Singapore, Dubai, Francoforte o Manila. Guidare una metadimensione utile all’umanità, creare e condividere, amare e formare.
Siamo sicuri che questi ragazzi cresciuti con i principi della responsabilità verso il cavallo, della sensibilità verso le sue emozioni, dell’empatia con il compagno di avventura; questi ragazzi che hanno rappresentato la loro terra, i loro principi, i loro compagni di squadra e istruttori; questi giovani che vedono nel rivale una risorsa, nella giuria una garanzia e nell’istruttore un maestro; questi mini-atleti che riconoscono la forza di una gerarchia, il valore di una struttura, l’importanza della condivisione in ogni momento; questi giovani che all’aria aperta incrociano l’essenza di una vita e di una dimensione uniche e da difendere. Ebbene, siamo sicuri che, se il seme è sicuramente ottimo, l’ambiente in cui crescono è decisivo, per loro, per le loro famiglie e per il futuro di tutti noi.
Rovesciando la logica di Stendhal (“Il cattivo gusto genera il crimine”) diremmo che il buon gusto dei gesti, dei modi, dei comportamenti, dell’abbigliamento genererà un mondo virtuoso.
E fin qui può essere retorica e il discorso arenarsi di fronte alla domanda: «E quindi?».
E quindi questa filosofia, questo mood, questa dimensione possono e devono entrare nelle scuole. Devono entrarci gli sport equestri come materia di insegnamento con almeno pari dignità delle altre discipline sportive. Ma devono entrarci istruttori, cultori, story-teller, dirigenti, groom, volontari, ausiliari, artisti…
Come? Con progetti ad hoc che diffondano a macchia d’olio nel territorio una cultura che è ricchezza, un pensiero che è valore aggiunto. Facilmente carrabile per i giovani che al cavallo dedicano facilmente attenzione e attraverso il cavallo arrivano a quella miniera di tesori che lo accompagna da sempre.
Da sempre come gruppo editoriale crediamo nel mondo della scuola come veicolo non solo di formazione ma anche di orientamento, di cambiamento, di miglioramento della società. I campionati di giornalismo ne sono la prova concreta. Cavallo Magazine ha proposto quest’anno la prima edizione di Young Writer per diffondere la cultura equestre nei più giovani anche con il racconto, l’immagine, la partecipazione, la scruttura e la fantasia.
Vorremmo portare dal prossimo autunno il numero di Cavallo Magazine dedicato all’arte nelle scuole con un nostro progetto speciale. Le Ponyadi ci hanno raccontato una storia bellissima: una storia cui è impossibile non cercare in ogni modo di dare una seguito immediato. Perchè al triste e burocratico avanzamento del pedone sulla scacchiera del mondo possiamo finalmente opporre la mossa del cavallo, sorprendente, energica, spiazzante, visionaria e decisiva. Partendo dalle Ponyadi…