Bologna, 8 gennaio 2021 – Potrebbe sembrare il titolo di una novella di Camilleri e in effetti c’è tanta Sicilia in questa storia. Si tratta della storia del signor Leone appunto, un istruttore di equitazione.
Ecco, estrema sintesi, l’evolversi dei fatti. Un giorno il signor Leone porta in gara – come sempre si fa – alcune allieve. Una delle quali con mamma veteriaria di piccoli animali che, una mattina all’alba, pensando di non fare danno e valutandolo opportuno, somministra al cavallo della figlia un farmaco.
Ma nei cavalli, specialmente in gara, la somministrazxione di farmaci deve essere ufficialmente controllata, prescritta… Anzi, possibilmente non deve essereci affatto…
Tanto è che il cavallo finisce per risultare positivo a un test anti-doping. Giustizia sportiva, clamore, tribunali… La minore finisce di fronte al giudice (!). La mamma, di fronte ai giudici si autoaccusa. Dichiara che la somministrazione del farmaco è stata a suo completo carico, senza che nessuno ne fosse stato preventivamente informato.
Ma la legge è legge. Il signor Leone è l’istruttore e come tale è sempre responsabile. A lui, unico condannato di tutto il procedimento, un anno di appiedamento e un’ammenda di 5mila euro.
Montalbano avrebbe chiuso la giornata a questo punto con una nuotata o una mangiatina di pesce. Ma a noi che di istruttori ne conosciamo tanti rimane un dubbio.
Dando per buona la storia così come l’abbiamo appresa, regalando il beneficio del dubbio (siamo appena usciti dalle feste…) in merito all’inconsapevolezza della somministrazione, alla buonafede di ciascuno degli attori, comprendendo anche che la giustizia sportiva non può fare altro se non applicare delle regole, siamo certi che non si determini un precedente pericoloso?
Non è che da domani, ogni istruttore finirà per chiudere a chiave di notte tutti i cavalli dei propri allievi?
Oppure si sistemerà con una branda e una telecamera all’inizio del corridoio per controllare che proprietari arditi (in buona o cattiva fede) non si introducano nei box dei propri cavalli a sua insaputa?
Già. Quello dell’istruttore equestre è davvero un mestieraccio…