Palermo, 29 settembre 2022 – Chi ha un po’ di memoria civica due giorni fa ricordava il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, nato il 27 settembre del 1920 a Saluzzo.
E assassinato a Palermo il 3 settembre 1982: inutile qui ricordare come, da chi e perché – volendo, lo sappiamo tutti.
Una delle cose a cui più teneva nel poco tempo che ebbe nelle vesti di Prefetto di Palermo fu parlare ai giovani, andare nelle scuole e far loro capire che erano loro il futuro buono della loro città, della loro gente.
Un paio di giorni fa da Palermo è arrivata una notizia di cronaca di quelle ormai così viste e riviste da sembrare già sgualcite appena uscite sui media: una ennesima corsa per così dire clandestina.
In pieno giorno e contromano su una bretella dell’autostrada Catania-Palermo, mica nella notte buia di qualche quartiere poco frequentato.
Tutti o quasi ragazzini, rigorosamente strombazzanti e ululanti accatastati su scooter e motorame vario dietro a due sulky attaccati a quelli che, per quanto sembra, sono solo due pony.
Nemmeno cavalli: pony, di quelli che in un mondo normale dovrebbero essere compagni di giochi, e avere ragazzini attorno che si divertono a imparare a stare in sella.
Questi due pony invece erano in mezzo al solito inferno di queste situazioni: galoppando alla morte spinti dalla paura, dalle frustate e dal caos, povere creature.
Che sono vittime inconsapevoli del giro di droga, soldi marci e violenza che li sta facendo correre a velocità folle: un vero sistema di delinquenza, non ‘soltanto’ una corsa fuori pista.
Nota a margine: molti di quelli che facevano parte del gruppo ululante dietro i (probabili) pony portavano una maglietta con sopra una sigla che richiama un boss ucciso a 20 anni nel 2015, nella guerra di camorra che scatenò a Forcella.
Cosa fa scegliere ai ragazzi il mito a cui ispirarsi?
La fortuna, l’educazione, le possibilità, la forza di carattere, l’ambiente che ti circonda, le possibilità che immagini di avere oppure no.
Ci sono infinite varianti che incidono sulle probabilità di diventare una persona per bene invece di un delinquente comune.
Una è sicuramente la speranza: di poter cambiare, di poter crescere, di seguire un esempio positivo.
Come il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, appunto: ma fatecene ricordare altri.
Ce n’è bisogno.
Qui e qui la fonte della notizia, da Kodami e TGCom24