Roma, 27 maggio 2023 – Piazza di Siena è come la Ocean Walk di Venice Beach a Los Angeles: quando arrivi, sgrani bene gli occhi per essere sicuro di assorbire fino in fondo la sua bellezza.
Perla nella conchiglia di Villa Borghese, ti inonda di emozioni come Wimbledon o Montecarlo, come Wembley o l’Alpe d’Huez.
E quelle di venerdì sono state anche emozioni particolari.
Non solo per quell’anello ribollente di affetto e di tifo per gli azzurri, con boati da stadio e applausi da teatro.
Non solo per lo splendido risultato dell’Italia, battuta solo al barrage dall’Irlanda.
Non solo per la magia di un luogo tanto bello quanto splendidamente recuperato dal progetto di Federazione Italiana Sport Equestri e Sport e Salute.
Ma anche e soprattutto per un fatto cui tanti esperti o meno non hanno forse attribuito la giusta enfasi.
Nel momento decisivo della giornata, quando l’Italia era chiamata a giocarsi in un ultimo, drammatico, giro di campo contro l’Irlanda il successo finale, è successa una cosa tanto normale quanto speciale.
Il ct Marco Porro sapeva benissimo, come tutto il pubblico, quanto fosse importante quel barrage.
Non regalava direttamente la qualificazione olimpica, tra gli obiettivi dichiarati da gennaio ufficialmente dal Presidente Di Paola, ma ne poteva porre una importante premessa: perché l’Italia con questo successo sarebbe arrivata a Milano con una carica speciale, per giocarsi tutte le sue migliori carte sul terreno amico e ben conosciuto di San Siro e con il sostegno del pubblico di casa.
Vincere quel barrage, contro tutti i pronostici della vigilia che accreditavano l’Italia di poche speranze dopo i deludentissimi risultati degli anni scorsi, avrebbe significato ribaltare il fattore psicologico e chi è atleta sa bene quanto conti poi la testa in un risultato sportivo.
Si trattava anche di fare la storia, perchè vincere la Coppa delle Nazioni è un fatto non solo degno dell’albo d’oro, ma anche e soprattutto di iscrivere i nomi azzurri nella Gloria di questo impianto e di questa gara unica, a 90 anni tondi dalla prima edizione.
Ebbene in quel momento, e con tutto il pubblico ad attendere il nome del portacolori azzurro che avrebbe sfidato nel faccia a faccia finale l’Irlanda, Marco Porro ha potuto fare quello che nessun altro ct in Italia avrebbe voluto e forse nemmeno potuto.
Poteva scegliere tra Emanuele Gaudiano, cavaliere esperto, unico rappresentante azzurro alle ultime Olimpiadi di Tokyo, Giampiero Garofalo, che era per così dire on fine avendo appena portato all’Italia quello <zero> che era valso la qualificazione alla finalissima; c’era anche il fratello, Antonio Maria Garofalo, anch’egli brillantissimo nelle prime due manches della Coppa delle Nazioni.
Ma Marco Porro ha scelto Francesca Ciriesi, una amazzone, che aveva a sua volta portato a casa uno <zero> nella prima manche abbinando poi un piccolo errore nella seconda.
E’ stata una scelta di grande coraggio, per di più avvalorata dalla strategia generale di schierare una squadra giovane e di prospettiva.
La campionessa italiana del 2022 non se l’aspettava, è rimasta quasi spiazzata da una decisione così premiante, improvvisa e inaspettata ma proprio in quel momento è uscito il carattere, l’unità, la forza di squadra degli azzurri che hanno circondato e sostenuto Francesca con un trasporto, una empatia, una energia avvolgenti, fino alla emozionante conferenza stampa finale che forse ricorderemo per tanti anni con la speranza oggi e chissà la consapevolezza domani che qui, in questo impianto mitico, si sia fatta ancora una volta la storia.
E forse per questa armonia, per questa capacità semplicemente di comunicare bellezza a prescindere dal risultato, Piazza di Siena era strapiena di pubblico e di passione venerdì.
Che ha applaudito Francesca, giovane, amazzone e amatissima, senz’altro la vera protagonista e a suo modo vincitrice di Piazza di Siena.
Foto Sassofotografie da Fise Emilia-Romagna
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