Bologna, 2 aprile 2021 – Cavallo imbizzarrito corre di notte per le strade di Secondigliano, a Napoli. Già così suona malissimo.
Poi si guarda il video. E suona ancora peggio.
Ma ciò che fa realmente pensare a qualcosa di malato sono le oltre 330mila visualizzazioni (al momento in cui scriviamo, ma cresceranno di sicuro…) che il video ha fatto registrare sul profilo Ig che per primo l’ha buttato in rete.
A chi come noi ha a cuore il benessere dei cavalli, la prima cosa che viene in mente è che i signori in scooter, se al posto di ‘inseguire’ il cavallo si fossero preoccupati si segnalare la sua presenza alle vetture che provenivano in senso contrario, avrebbero sicuramente fatto meglio.
E magari l’animale, non sentendosi inseguito, si sarebbe fermato prima, senza mettere a repentaglio la propria vita e quella di altri.
E il lieto fine? È sospeso. Nessun media ha riportato che fine abbia fatto il cavallo, dove si sia fermato, chi l’abbia preso, se si è fatto male, da dove venisse…
Tipico di un certo modo di usare i social. Bastano le immagini. Meglio se video. Poi del contenuto, di quello che sta dentro e dietro, non è indispensabile occuparsi. Il prima e il dopo sono superflui: conta l’attimo. Che finisce subito e consente di passare oltre.
Tanto domani il video sarà un altro. Di quel cavallo magari nessuno si ricorderà più.
Eppure quella corsa sull’asfalto di Secondigliano… Evoca solo paura e angoscia: difficile non pensarci.
Avremmo potuto condividere il video ma… Perché dare altre visualizzazioni a una cosa così sbagliata?
Ci rimane una speranza: che il cavallo stia bene e la prossima volta possa galoppare in un ambiente più adeguato alla sua natura. Per gioia. Non per paura.