Bologna, 8 luglio 2021 – Che strano mondo quello del Palio di Siena. Difficilissimo capirlo fino in fondo. Impossibile guardandolo solo dal di fuori. Da semplici spettatori.
I colori, la gente, la calca, l’adrenalina, la tradizione, i cavalli. Ciò che si vede e il fascino sottile di quel che non si vede… Dopo speranze e ambizioni, anche quest’anno il Palio di Siena ha dovuto fare i conti con la pandemia. E il popolo di Piazza del Campo è rimasto sospeso.
Una bolla temporale che però non impedisce di esprimere, oltre il tufo, l’amore per una tradizione fatta di uomini, donne e cavalli.
Amore che si esplicita in tanti modi. Per esempio con la mostra di Marco Delogu, I trenta assassini. I volti dei fantini, ritratti con una intensità straordinaria sono esibiti dal 2 di luglio, giorno in cui tradizionalmente si svolge la Carriera di Provenzano, proprio nell’Entrone, il Cortile Potestà all’interno del Palazzo Comunale di Siena.
Oppure amore che si esprime con l’estremo saluto a Elimia, un cavallo di quelli che non hanno mai trionfato. Ma che ha corso tre Carriere, tra il 2007 e il 2010. E che oggi non c’è più. Baio, nato nel 2000, il suo primo palio risale al 2 luglio 2007, col Valdimontone, a montarlo fu Virginio Zedde detto lo Zedde. Il secondo lo affrontò il 16 agosto 2008 con la Tartuca e Trecciolino. La terza e ultima Carriera il 2 luglio 2010, con la contrada del Bruco e nuovamente lo Zedde. Ora la Piazza lo piange come un vecchio amico e lo ricorda con commozione.
Che strano mondo quello del Palio…
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