Bologna, 17 febbraio 2023 – Ci sono degli amici che quando se ne vanno lasciano un grande vuoto.
Perché ci sono sempre stati, soprattutto c’erano quando ne avevi bisogno, erano spalle sicure sulle quali appoggiarsi: e Felix, per chi scrive queste righe, era uno di loro.
Magari non lo incontravamo spesso: lui viveva a Cuneo, anzi per la precisione a Roccabruna, con Davide ed Elisa e Valado e Omero.
Ma sapete com’è: qualche volta si fermavano loro se passavano dalle nostre parti, qualche volta andavamo a trovarli noi su in Piemonte.
Più spesso ci si incontrava a metà strada, che Verona era un appuntamento imperdibile per lui e il suo gruppo.
Di cui Felix era un elemento fondamentale, una delle colonne portanti: perché lui sapeva fare tutto, tutto, e lo faceva sempre in modo silenziosamente magnifico.
Sapete, come fanno spesso quelli che abitano su in montagna: pochi schiamazzi, nessun orpello inutile ma tantissima volontà, impegno, capacità, calma, buon senso e tranquillità.
Sapevamo che da un po’ stava male: era ormai qualche anno che si godeva la sua meritata pensione. Ma dava ancora il suo contributo stando vicino ai più giovani che, si sa, non c’è niente che gli faccia bene come avere il buon esempio sotto gli occhi.
E lui lo era davvero un buon esempio, sempre: che si trattasse di un attacco in tandem o di un trekking d’alta quota non faceva differenza, lui si metteva lì e dava il massimo.
Ma soprattutto ti dava sicurezza, se c’era lui sapevi che nulla poteva andare storto.
Personalmente posso contare almeno due volte in cui lui, davanti a un mio plateale scivolone, mi ha guardato senza battere ciglio, semplicemente fermandosi e ‘coprendomi le spalle’.
Avrebbe potuto dare in escandescenze, farsi trasportare dall’agitazione e andare nel pallone anche lui.
E invece niente, stava lì e mi guardava come per dire ‘Tutto a posto? Su, rialzati che andiamo avanti appena sei pronta’.
Con lui ho fatto il mio primo trekking in alta quota, e anche il secondo a dire la verità.
Sempre con lui ho tenuto in mano per la prima volta le redini di una pariglia, con lui per la prima volta ho guidato una carrozza per la strada.
Era un amico Felix, un maestro, un cuore generoso e sicuro.
Felix era un cavallo di Mérens: e non ce lo dimenticheremo mai.
Grazie a Davide Bianco, che ci ha dato la possibilità di conoscerlo e stare un po’ con lui.