Bologna, 27 dicembre 2024 – Non c’è nulla di più frustrante di alcuni appuntamenti fissi con argomenti che sembrano non avere soluzione. I cavalli del Pantano sono uno di questi. Da anni, ogni volta che inizia il freddo, come un refrain di stagione, torna il tema di questi cavalli abbandonati a loro stessi.
Cavalli che sulla carta dovrebbero godere di un minimo di ‘accoglienza’ da parte di chi riceve i contributi per ‘traghettarli’ fino alla stagione dei pascoli e invece non lo fa.
E così i cavalli vengono lasciati al loro ruolo atavico: quello di prede dei lupi. Una fine orribile e crudele, almeno quanto possono esserlo le alternative… Impossibilitati a trovare il cibo sul terreno coperto di neve o gelato, i cavalli si spostano arrivando fino alle strade. Dove il rischio di incidenti è altissimo. Oppure, molto banalmente, muoiono di fame dopo lunghe sofferenze. Soli.
Gli appelli per accendere un riflettore su questa situazione sono stati lanciati da più parti. Negli anni molte associazioni hanno cercato di richiamare l’attenzione su questa negletta risorsa della biodiversità del territorio compreso nell’altopiano della Zittola e conociuto come Pantano. Sono intervenuti perfino alcuni politici ma il problema non si è risolto né si può ipotizzare che verrà risolto in tempi utili per evitare ulteriori sofferenze in questo inverno.
Ihp denuncia (ancora…)
I soldi che vengono erogati agli allevatori locali affinché offrano uno stallo invernale ai cavalli e il fieno forse non sono tanti… Tuttavia arrivano e vengono incassati. Purtroppo a fronte di un nulla che in questo caso viene denunciato, come già accaduto in passato, da IHP, Italian Horse Protection.
«Gli allevatori continuano a gestire gli animali in modo inadeguato, senza fornire loro ricoveri sicuri, senza impedire che vaghino nei terreni pericolosi, e senza proteggerli dai lupi. Nonostante gli appelli, non si è mai intervenuti in modo serio», ha spiegato Sonny Richichi.
Secondo IHP, gli allevatori, che continuano a ricevere contributi pubblici, non avrebbero mai realizzato le strutture promesse, come ricoveri, abbeveratoi e recinzioni. Lasciando di fatto i cavalli al loro destino.
Nel tempo, le autorità sanitarie sono intervenute comminando sanzioni a chi ha ricevuto i contributi e non ha ottemperato agli obblighi verso i cavalli. Ma evidentemente per gli allevatori le multe non sono un mezzo abbastanza potente da richiamarli ai loro obblighi. Non sembrano curarsi delle normative né delle responsabilità che si sarebbero assunti accedendo ai contributi.
«Le multe non bastano a fermare chi continua a ricevere fondi pubblici senza mai cambiare comportamento. La Procura non interviene e le istituzioni sono inermi di fronte a una situazione che continua a peggiorare» ha sottolineato Richichi.
E così altri 12 mesi buttati per questi sfortunati cavalli del Pantano. Che sono amici dell’uomo ma non trovano Uomini capaci di essere loro amici.