Bologna, 1 giugno 2021 – Nel mirino della Procura ventidue indagati. Tra loro figurano i nomi del salotto buono di Firenze. Ieri hanno scoperto di essere sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta.
Un vero e proprio tsunami che nasce dal crac dello storico centro ippico cittadino, travolto da un buco nei bilanci. Fra i cinque e i sette milioni di euro se si considera anche la seconda holding, la “Società Toscana per il Cavallo da Sella”, cassaforte societaria alla quale facevano capo le proprietà immobiliari dell’area. Che insiste su 40mila metri quadrati incastonati fra l’Arno e il parco delle Cascine.
I pm Luca Turco e Christine Von Borries hanno notificato ai ventidue esponenti della Firenze bene un avviso di conclusione delle indagini per bancarotta fraudolenta e sottrazione di beni dell’attivo fallimentare.
Ipotesi di reato molto serie che chiamano in causa, come si accennava, nomi illustri del mondo della moda e del vino d’autore, insieme a commercialisti di chiara fama e imprenditori rinomati.
I magistrati fiorentini chiedono conto a tutti della gestione del Cit e del Cavallo da Sella. Che insieme hanno sommato uno ‘sprofondo rosso’ di circa sette milioni di euro.
I capi di imputazione contestati a vario titolo agli indagati sono 12, tra presunte omissioni, mancati controlli, rischiose operazioni di accesso al credito.
Particolarmente spregiudicate, si leggerebbe nelle annotazioni dei pm, se in quel momento su di te pende la spada del fallimento. Alla fine, il buco nei bilanci della “Società Toscana Cavallo da sella” sarà di 5 milioni di euro.
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