Bologna, 26 gennaio 2022 – Il caso riguardava una ‘storiaccia’ di corse clandestine, doping e maltrattamento. L’operazione era stata chiamata Febbre da Cavallo, come l’iconico film con Gigi Proietti, ma di divertente purtroppo non c’era gran che. Ma chi non dovesse ricordarsene… Beh, non si senta in difetto… Si tratta infatti di un caso che risale al 2012. Quando in un lontano aprile gli agenti della Forestale e della Polizia gettarono la rete su quella che si pensò fosse il vertice di una nascente organizzazione criminale. Zona d’azione le belle campagne salentine tra Scorrano, Maglie e Lecce.
Bene, a distanza di 10 anni, l’epilogo della vicenda giudiziaria, arrivata dopo il primo grado di giudizio, fino in appello.
Dopo la prima sentenza del 2019, le 16 persone condannate con imputazioni diverse, avevano impugnato la sentenza ed erano ricorse alla corte di appello. Che, proprio in questi giorni, ha confermato le condanne per 13 degli originali imputati. Le pene previste vanno da quattro anni a nove mesi fino a due mesi. Molte quindi godranno del beneficio della sospensione della pena.
E fin qui, i motivi di gioia sarebbero davvero pochi. Ma… Ciò che rende la notizia più accettabile per chiunque abbia a cuore i cavalli sta nel fatto che il tribunale, anche in sede di appello, ha confermato il risarcimento a Horse Angels, che insieme al Ministero della Salute, si era costituita parte civile. A difesa dei diritti degli animali, gli avvocati Fabio Campese (Foro di Bari) e Mario Ciardo (Foro di Lecce), che hanno assistito Horse Angels nel procedimento.
«Siamo molto contenti di questo storico e soffertissimo risultato. Si tratta di una sentenza che ci permetterà di profondere nuove risorse nella tutela legale dei cavalli» ha dichiarato Roberta Ravello, presidente dell’Odv Horse Angels da molti anni impegnata sul fronte delle corse clandestine. Che ora attenderà insieme ai legali che l’iter burocratico arrivi a compimento.
«È un segno forte e chiaro – ha aggiunto la Ravello – che ci fa capire che nonostante i tempi, nonostante le difficoltà, combattere per la tutela della salute e della dignità degli animali non è affatto ‘una causa persa’»