Sanremo, 8 febbraio 2024 – Ci viene voglia di rimandare a settembre la kermesse sanremese vista sin qui: che per riassumere il nostro personale giudizio, è stata francamente bolsa.
E dire che l’inizio era stato ottimo: la 74° edizione del Festival di Sanremo è stata infatti aperta dalla fanfara del 4° Reggimento dei Carabinieri a cavallo, diretti dal luiogotenete Fabio Tassinari.
Che in sella al suo Imperatore, cavallo delle Murge dal manto grigio ferro testa di moro (roano su morello) li ha guidati non solo sulle ali della musica ma anche in mezzo a quelle della folla davanti al Teatro Ariston.
Impeccabili come sempre i maestri di musica con gli alamari hanno suonato ‘La Fedelissima’, marcia d’ordinanza dell’Arma dei Carabinieri.
Come si entra a fare parte della fanfara dei Carabinieri?
Classico il percorso di Tassinari, forlivese classe 1969: “Da ragazzo, ho frequentato l’ex istituto magistrale ‘Marzia degli Ordelaffi’ (l’attuale Liceo classico in viale Roma) e contemporaneamente seguivo le lezioni del liceo musicale ‘Masini’. Ho continuato a formarmi a Pesaro e a Firenze. Poi grazie al servizio militare sono entrato nei Carabinieri. Nel 2001, l’Arma cercava la figura di un capo fanfara per il 4° reggimento a cavallo. Da allora porto avanti il mio impegno nella banda”.
Il luogotenente Tassinari è alla testa di 29 elementi, uomini e donne provenienti da tutta Italia: ma come sono arrivati fino a Sanremo?
“Amadeus ha potuto apprezzare la nostra musica durante la presentazione ufficiale del calendario dei Carabinieri. In quell’occasione ha chiesto al comandante generale di avere la fanfara nella serata d’apertura del festival. Amadeus ha un legame particolare con i cavalli dell’Arma, è figlio di istruttore di equitazione e lui stesso è un bravissimo cavaliere. Non solo, anche nella famiglia di Marco Mengoni c’è un carabiniere a cavallo”.
Particolarità di questa operazione?
“Siamo partiti da Roma, è stata un’operazione senza precedenti nella storia del festival. Nessun corpo militare era mai riuscito a portare 25 cavalli all’Ariston. Non è stato semplice, sia per la distanza da percorrere sia per una questione di spazi. Alla fine dopo diversi sopralluoghi siamo riusciti a creare una figura armonica che ha esaltato la melodia suonata”.
Anche Briciola, la piccola ma agguerritissima mascotte della fanfara era ovviamente con voi.
“È dagli anni ’70 che c’è questa tradizione. Il cane aveva, e ha ancora, il compito di avvertire i militari qualora un cavallo fosse libero per le scuderie. Inoltre, l’Arma cerca di sensibilizzare il Paese sull’importanza dell’adozione degli animali abbondanti”.
Perchè Briciola, come quasi tutti i suoi predecessori, è sempre un cagnolino trovatello o quanto meno di non ricercati natali: la biodiversità spesso e volentieri scodinzola, perbacco.
In conclusione: sospendiamo il giudizio sino alla serata finale, il fatto che Amadeus abbia portato i cavalli dell’Arma al festival ci fa chiudere un occhio sul modo in cui è stato svilito il povero John Travolta.
Qua-qua dance, Santi Numi.