Bologna, 25 marzo 2022 – «Le giornate diventano sempre più lunghe e anche quando si ‘stacca’, la testa rimane là: aiutare…». A parlare è Roberta Ravello, presidente di Horse Angels, una delle tante charity che a fronte dell’immane tragedia ucraina da giorni sta tessendo delicati contatti diretti con quanti necessitano di un supporto economico per provvedere ai cavalli.
Persone che a volte hanno solo bisogno di parlare con qualcuno che possa testimoniare la loro esistenza. Così come loro la testimoniano a lei, mandando immagini da una realtà che stiamo solo adesso imparando a conoscere.
In uno scenario di guerra, cruenta, ci sono priorità. E per quanto tutti abbiamo visto ucraini fuggire con i loro animali al seguito, un cavallo ha necessariamente un destino diverso.
Non tutte le foto che arrivano ‘ci piacciono’. In queste giornate di guerra ne girano tante… Alcune non si ha voglia di diffonderle perché anche se c’è chi dice che la guerra va fatta vedere, di fronte alla morte prevale un senso di pudore che non ha bisogno di fotografie.
E poi c’è la difficoltà di una lingua sconosciuta. Di luoghi che a fatica si riesce a collocare su una cartina. La difficoltà di riuscire a trovare canali certi perché la generosità vada a buon fine.
Come spesso si sente dire, il fact checking in questo orrendo conflitto vissuto a tempo di social è fondamentale.
Come ci spiega Roberta Ravello, molto spesso i nomi delle strutture e delle scuderie sono in cirillico ucraino. Il che sembrerebbe un dettaglio banale, ma quando poi ci si mette alla tastiera e si cerca di verificare nomi e strutture, si deve superare anche questa difficoltà.
Insomma, una complessità reale che deve muoversi tra moltissime difficoltà e soprattutto tra gli effetti di una guerra che cambia fronte molto velocemente.
Proprio due giorni fa alcune agenzie hanno battuto la notizia di una scuderia bombardata a Gostomel, un paesino a ridosso della capitale. Una tragedia con molti cavalli morti e altri che sono riusciti a fuggire. Sette per la precisione. Horse Angels ha contattato Alexandria, la proprietaria della scuderia. Dopo il bombardamento, sulle pagine facebook di altri sfollati nella zona, sono comparse le foto dei cavalli scampati al disastro e scappati. Qualcuno è stato ritrovato. Altri sono ancora in fuga. «Spero di riuscire a rimettermi in contatto – racconta la Ravello. – Spero di riuscire ad aiutare e mi auguro sempre che la necessità di dover verificare ogni richiesta non venga fraintesa, ma anche noi dobbiamo rendere conto ai nostri sostenitori».
A quasi un mese dall’inizio del conflitto, chi aveva la possibilità economica di spostare i propri cavalli e allontanarli dai fronti, l’ha fatto. Qualcuno è riuscito anche a mettersi al sicuro oltre i confini ucraini. Chi invece non poteva, purtroppo, è rimasto lì.
Una discriminazione odiosa, sulla base del reddito, che se ci pensiamo bene, potrebbe avvenire in qualsiasi scuderia o centro ippico. E proprio per questo, l’idea di Horse Angels è stata quella di concentrarsi sugli aiuti diretti di chi era rimasto, verificando la reale situazione di chi ha cercato aiuto sui social dedicati alla comunità equestre ucraina.
«Occorre conquistarsi i referenti sul luogo», ha spiegato Roberta Ravello, presentandosi con le credenziali giuste.
Molte scuderie chiedono aiuto per l’acquisto di mangimi, fieno, gasolio per il generatore di corrente.
A oggi Horse Angels ha già aiutato tre strutture.
- Scuderia di Olena Krukovska, in Kiev, 6 cavalli e 12 pony, inviati 200 euro.
- Ippodromo di Kiev, 300 cavalli da corsa, inviati 250 euro.
- Scuderia di Zhenya Gorpinich, a Makariv, inviati 200 euro.
Piccole somme, ma con il cambio euro/moneta ucraina, e il fatto che in Ucraina fieno e mangimi sono molto meno costosi rispetto all’Italia, alle volte anche una piccola somma può tamponare provvisoriamente una situazione di grande sconforto.
L’iter per aiutare è complesso
Horse Angels è in contatto con ‘riferimenti’ equestri in Ucraina che mettono al corrente l’associazione dei nuovi appelli, referenziandoli. Horse Angels prende contatti diretti con i proprietari dei cavalli. Verifica che corrispondano indirizzi, numeri di telefono, nomi delle persone con i riferimenti della scuderia prima della guerra. Accerta che il conto corrente sia intestato al gestore della scuderia o proprietario dei cavalli. Si fa inviare le foto degli animali da aiutare.
«Naturalmente, non sono solo i cavalli e gli animali ad aver bisogno di aiuto. Migliaia di famiglie ucraine stanno fuggendo dalla guerra. Ci sono diverse organizzazioni che stanno facendo un lavoro fantastico per supportarli. Riteniamo che, grazie alla nostra esperienza con i cavalli, è qui che i nostri sforzi siano i più efficaci. Aiutando i cavalli, aiutiamo anche i proprietari a conservare se non il lavoro (se sono operatori equestri), almeno gli affetti» spiega la Ravello.
Dopo l’esecuzione del bonifico, Horse Angels rimane in contatto con le scuderie aiutate, per chiedere loro di aiutare a verificare altre situazioni limitrofe, e per continuare ad aiutare nei mesi successivi, se non trovano altro modo di sostentamento.
Ma la guerra continua. Non è dato sapere quando si potrà intervenire in modo diverso e neppure quando le numerose offerte di ospitalità presso scuderie anche in Italia potranno essere sfruttate. Al momento muoversi è impossibile. E il futuro dei cavalli per il momento sfuggiti alle bombe rimane molto incerto…
Per questo è tanto importante donare. Adesso può davvero fare la differenza.
Chi vuole utilizzare questo canale per il suo piccolo o grande contributo che sia, può contattare l’associazione al numero whatsapp 0547403662.
Fonte: comunicato stampa