Numeri raccapriccianti: 5.969 cavalli abbattuti dagli elicotteri, 1.068 abbattuti da terra. Solo 1.008 dati in adozione.
Stiamo parlando dei Brumbies del Kosciuszko National Park: 7.037 abbattuti. Tantissimi. Ma secondo ogni ordine di potere del Nuovo Galles del Sud, in Australia, è stato un male necessario. L’unica soluzione per far fronte al dilagare di mandrie incontrollate che stavano mettendo a serio rischio l’ecosistema delle Alpi australiane.
Un dibattito molto acceso
Come contrappeso a una pratica estremamente cruenta, anche il dibattito politico, dal 2021 a oggi, non ha risparmiato colpi. A partire dalla ferma contestazione dei numeri. Secondo i promotori dell’aerial culling – così si chiama l’abbattimento a colpi di fucile dagli elicotteri – i cavalli nel parco sarebbero stati oltre 17mila. Per i difensori di questi wild, invece si sarebbe trattato di poco più di 4mila esemplari. Ovvero una eccedenza minima rispetto al numero giudicato compatibile con la conservazione del territorio. E da raggiungere entro il 2027.
A mettere se non un punto almeno una ‘virgola di pausa’ all’intera vicenda è intervenuta questa settimana Il Ministro dell’Ambiente del Nuovo Galles del Sud, Penny Sharpe. Nonostante in passato sia stata una ferma sostenitrice del provvedimento, la Sharpe ha dichiarato che al momento la pratica degli abbattimenti può essere sospesa. In un’udienza sul bilancio preventivo, ha infatti spiegato che il provvedimento non necessita di essere rifinanziato in quanto, con largo anticipo, l’obiettivo del contenimento dei cavalli è già stato raggiunto.
Temi sui quali riflettere
Forse i Brumbies non erano tanti come si pensava? Forse il provvedimento è stato iper-efficace? In assenza di certezze super partes, rimane il fatto che il raggiungimento del target con due anni di anticipo fa pensare.
Secondo quanto dichiarato dal Ministro Sharpe, gli sforzi dell’amministrazione continueranno a mantenere sostenibili i livelli di presenza dei Brumbies e a rafforzare (magari anche a migliorare…, ndr) i metodi di conteggio.
«Non si tratta di abbassare il numero di esemplari per poi lasciarli risalire -, ha detto il ministro. – Ora che l’emergenza è stata contenuta, possiamo dedicarci a ciò che più vogliamo fare, ovvero gestire la popolazione, lavorare sul controllo della riproduzione e vedere dove ci porta».
In pratica, i programmi di cattura e trasferimento degli animali continueranno mentre le autorità esplorano le opzioni di gestione della fertilità per prevenire fluttuazioni estreme della popolazione equina.
Come ricordato in un rapporto dell’Australian Broadcasting Corporation, gli approcci alternativi alla gestione della popolazione equina nel Kosciuszko prevedono l’abbattimento a terra, la cattura senza crudeltà, il trasferimento in strutture di trattamento, l’eutanasia, la sedazione e l’adozione.
Gli abbattimenti aerei continueranno invece a colpire i Brumbies e altri wild valutati invasivi in altri parchi nazionali dello Stato. Uno strano modo di aiutare uno dei propri simboli nazionali e valorizzare la supremazia dei Sapiens…