Bologna, 25 agosto 2022 – La sofferenza è qualcosa che tocca sempre il cuore. Quella provocata da una guerra o della povertà di certi luoghi che non sono poi così lontani anche di più…
Ci si interroga su cosa faremmo noi al posto di quelle povere persone. E su cosa ne sarebbe dei nostri affetti, animali compresi.
Del resto, una delle immagini simbolo del popolo Ucraino in fuga sono stati proprio quei gatti e quei cani che i profughi non hanno voluto lasciare indietro e hanno portato con loro. Verso una vita ignota e attraverso molte difficoltà.
Bene, quando le corde della commozione e del sentimento vibrano, ecco che l’uomo – solo taluni per fortuna – riesce a mettere in evidenza lati davvero spregevoli del proprio modo di vivere da predatori.
Mentre il Ucraina circa 20mila cavalli censiti aspettano aiuto (e chissà quanti altri non censiti), c’è chi sta cercando di lucrare sui buoni sentimenti della gente attraverso presupposte vittime della guerra. In pratica, proponendo ‘adozioni’ di animali portati via dal fronte del conflitto.
In una recente nota della Commissione Europea è stato lanciato un’allerta sulle associazioni di soccorso che spostano fraudolentemente animali da compagnia a fini di reinserimento con il pretesto di salvare animali domestici.
Queste “compagnie di soccorso” spesso non dichiarano alle autorità competenti i propri trasporti di animali da compagnia, aggirando così gli opportuni controlli per la salute e il benessere degli animali stessi.
Per acquistare l’animale è solitamente richiesta una “tariffa simbolica”, spiegata come il presunto costo del trasporto o della cura.
Poiché i movimenti non sono dichiarati come commerciali, questa commissione e il guadagno economico ottenuto dalla transazione passeranno inosservati alle autorità. E consentiranno l’evasione fiscale da parte di queste associazioni fraudolente.
Chiunque chieda una tassa di adozione, senza ricevuta valida fiscalmente, potrebbe non agire alla luce del sole.
Il lato oscuro dei social
Così come conferma Roberta Ravello, presidente di Horse Angles Odv, purtroppo i social sono pieni di realtà poco verificabili. Associazioni che si propongono per il ricollocamento di animali, cani, gatti e persino cavalli, senza averne i requisiti formali. Senza offrire garanzie. Dando vita in realtà a un commercio fraudolento di animali e qualificandosi, mendacemente, come loro salvatori. Un panorama insomma in cui alla sofferenza si aggiunge l’abominio della speculazione.
Alimentano il racket della clandestinità. Non garantiscono che gli animali vadano realmente a stare bene. E spesso fanno solo green washing sul ricollocamento di animali in difficoltà.
«Quanti cavalli saranno stati portati in fuori dall’Ucraina, in una presupposta fuga dalla guerra, con l’aiuto incolpevole della generosità di chi voleva veramente aiutarli»? È questo l’interrogativo che si pone Horse Angels attraverso il proprio presidente Roberta Ravello. «Finti salvatori che con il contributo da parte di chi voleva veramente aiutare saranno andati a prendere cavalli da rivendere per diporto o peggio, per carne… Speriamo di essere i ‘soliti malpensanti’ e che non sia mai successo. Ma per essere davvero certi che non succederà, possiamo solo promuovere una maglia di controllo davvero fitta e rigorosa. Per il bene dei cavalli e di tutti gli animali. Per il rispetto della legalità. Contro la sofferenza».
Fonte: Horse Angels