Kiev, 21 marzo 2022 – Quante volte ci si scontra via social tra cavalcanti e animalisti, ognuno convinto di avere ragione e ognuno con il coltello di parole cattive tra i denti e sulla tastiera: guerre piccole confronto a quella vera, ma che partono dagli stessi errori e quindi da evitare a priori, pensandoci a mente fredda.
Per questo oggi parliamo di Andrea Cisternino, un italiano che da anni vive a Kiev e gestisce un rifugio per animali salvati dal macello o dall’abbandono.
Da due giorni di Andrea non si hanno più notizie, lui i suoi collaboratori e i suoi animali erano oramai accerchiati e senza scorte: cani, gatti, cavalli, mucche e anche cavalli salvati dalla generosità di Andrea, persì là in mezzo alla violenza come il resto degli esseri viventi in Ucraina.
Cosa possiamo fare adesso per Andrea e i suoi animali?
La moglie Vlada Shalutko chiede sia realizzato un corridoio umanitario per far arrivare aiuti tramite la Croce Rossa Kiev.
Andrea, che ha 63 anni e da 13 vive in Ucraina, è ormai ”da due giorni senza cibo e acqua per sé e per i suoi collaboratori, senza provviste per i suoi animali, per loro ha deciso di non lasciare l’Ucraina”.
”Mio marito aveva fatto delle scorte prima dell’inizio della guerra, ma ora sono finite. E ci sono da sfamare quattrocento tra cani, gatti, pecore, cavalli, mucche e altri animali”, serve ”l’intervento dell’Italia perché chieda alle autorità ucraine le autorizzazioni per portare soccorsi. Perché Andrea non se ne andrà, non li abbandonerà mai”.
Ma c’è anche qualcosa d’altro che possiamo fare: prendere ad esempio l’amore senza confini di Andrea per ogni creatura, il suo coraggio nel farsi carico del loro dolore.
E farli vivere ogni giorno nello sforzo cosciente di capire e comprendere anche chi è al di là di uno qualsiasi dei confini possibili: di là dalle convinzioni, di là dalle posizioni, di là dai colori e da qualsiasi divisione.
Perché se non siamo capaci di evitare divisioni, guerre, cattiverie e battaglie nella vita quotidiana anche sui social, non siamo nient’altro che gente a cui manca solo un’arma in mano per fare male a qualcuno.
Andrea non aiuta solo i suoi animali, ma anche noi a capire quanto è importante uscire dai meccanismi delle barricate, delle contrapposizioni e delle aggressioni.
Tutte le aggressioni, anche quelle fatte di parole: perché non sono nient’altro che un’abituarsi all’idea di essere violenti, e aggressivi.
Andrea ora ha bisogno di aiuto, ma intanto aiuta noi a ricordarci che ogni divisione, cattiveria, violenza anche verbale è sempre una guerra, che ogni estremismo cieco e sordo è una sconfitta.
Forza Andrea, siamo tutti con te.
Qui il sito del Rifugio Italia, ricordiamocelo anche quando sarà passata la tempesta; e qui un’altra notizia riguardante i rifugi in Ucraina