Bologna, 29 gennaio 2025 – L’argomento è a dir poco scottante: pochi tra quelli che frequentano i cavalli per sport sono ippofagi, eppure è una realtà di cui tenere conto.
Anche perché se si nasconde la testa sotto la sabbia di fronte alla macellazione equina (magari rasserenandosi la coscienza con una firma sotto qualche petizione) non si risolvono i suoi lati peggiori.
Che sono la macellazione clandestina, il mancato controllo delle strutture dedicate e dei processi attuati: tutti angoli bui che solo il coraggio di occuparsi veramente del problema può illuminare.
Al momento i cavalli Destinati alla Produzione Alimentare esistono – esattamente come i polli, i vitelli, gli agnelli, i polpi e tutti gli altri animali che mangiamo, o utilizziamo per la produzione di cuoio, mangimi eccetera.
Meglio combattere quello che li fa soffrire inutilmente, piuttosto che i mulini a vento.
E magari anche riflettere, al di là delle sensibilità personali, su tutta l’importante ricaduta positiva per l’ambiente e il territorio che hanno gli allevamenti bradi, o semibradi.
Quindi ben vengano gli studi mirati a migliorare il benessere dei cavalli anche nella filiera della macellazione, prima e durante l’abbattimento.
E’ stata l’Efsa a pubblicare due pareri scientifici in materia, fornendo anche raccomandazioni per migliorare il benessere dei cavalli durante questi processi su richiesta della Commissione Europea.
L’obiettivo è quello di fornire una revisione indipendente dei processi di macellazione dei cavalli e del loro impatto sul benessere.
E’ stato preso in consideraione anche il processo di abbattimento in fattoria dei cavalli per scopi diversi dalla macellazione su larga scala, come può accadere in caso di zoonosi particolarmente aggressive.
Sono state fornite raccomandazioni specifiche per migliorare il benessere dei cavalli, rivolte a decisori politici, agricoltori e aziende alimentari come i macelli.
“Questo lavoro scientifico, spiega l’Efsa servirà alla Commissione europea sulle future negoziazioni dei capitoli del Codice sanitario degli animali terrestri sviluppato dall’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woha)”.
Qui e qui i due documenti in questione.
Per approfondire le tematiche (diciamo così) alimentari, molto utile dare un’occhiata a Il Piatto Consapevole, la pagina Instagram creata da Michele D’Ambruoso.
D’Ambrosuo è uno studente al 5 anno di medicina veterinaria, questa la sua presentazione sul social: “Il mio obbiettivo professionale è migliorare la vita degli animali negli allevamenti e salvaguardare le razze autoctone della mia regione. Proprio in questa ottica, già al primo anno di università mi resi conto che il mio lavoro non sarebbe stato sufficiente per raggiungere il mio scopo, ma che era necessario coinvolgere il consumatore attraverso la sua formazione e la sua sensibilizzazione. Ed ecco quindi spiegato come mai, da oltre 4 anni, gestisco questa pagina di divulgazione al fine di avvicinare i consumatori al mondo agro-alimentare e veterinario. Il mio obbiettivo non è far diventare le persone vegane, vegetariane o onnivore, ma è semplicemente quello di dare loro gli strumenti culturali per poter prendere una scelta di vita consapevole della realtà dei fatti”.
Fonte della notizia: Red/Apa