Roma, 2 novembre 2020 – Forse nella Capitale si è raggiunto un buon risultato per quello che riguarda l’annosa polemica sui veicoli a trazione animale per uso dei turisti.
Le botticelle, insomma: il nuovo regolamento votato all’unanimità dall’Assemblea capitolina limita la loro circolazione alle sole aree verdi a partire da Villa Borghese, Villa Pamphilj e Parco degli Acquedotti.
Un colpo al cerchio e uno alla botticella, insomma: i cavalli non spariranno dal panorama di Roma, ma potranno agire in un ambito “green” che sicuramente si confà loro maggiormente che non il centro storico di una capitale metropolitana.
Ha detto la sindaca Virginia Raggi: «I parchi romani offrono uno scenario ideale, non meno interessante dal punto di vista turistico, per la scoperta di angoli segreti e suggestivi di una delle capitali più verdi d’Europa. Un traguardo storico per una città moderna rispettosa dell’ambiente e degli animali».
Regole più chiare anche per il benessere animale: i cavalli potranno circolare non più di 7 ore al giorno, con soste ogni 45 minuti.
A luglio e ad agosto sarà vietata la loro circolazione dalle 12 alle 17,30.
Sarà obbligatorio farli riposare, curarli, farli bere e mangiare quando necessario.
Sono previsti l’impiego esclusivo di alcune razze da tiro, controlli periodici medico-veterinari e l’obbligo del rilevatore di temperatura esterna sui veicoli.
Sopra i 30 gradi non potranno in ogni caso mai circolare.
I cavalli a fine carriera, infine, non potranno essere né soppressi né destinati al mattatoio per l’uso alimentare.
Il tutto pena sanzioni (fino a 500 euro) ma anche la sospensione o il ritiro della licenza.
La licenza da vetturino, per chi lo vorrà, potrà ora essere convertita con una da tassista.
Base per un futuro sereno dei cavalli delle botticelle sarà la capacità di far rispettare queste buone regole.
Il trasporto turistico a trazione animale è negli ultimi anni al centro di accese discussioni.
Per gli animalisti si tratta di sfruttamento, per altri di un servizio turistico tradizionale e gradito al pubblico oltre che fonte di lavoro per alcune persone.
Come capita spesso a nostro avviso la ragione sta nel mezzo; chi scrive queste righe pensa che se i cavalli sono fatti lavorare nelle condizioni dovute non si possa parlare di nessun sfruttamento.
Non più di quello che si potrebbe fare per una persona che fa il facchino, o si trova nelle condizioni di usare la propria forza fisica per lavorare.
I cavalli sono animali selvatici arrivati sino al XXI secolo solamente perché hanno sempre saputo trovare il modo di lavorare con noi, non esisterebbero più (tranne 4 Przewalski nei giardini zoologici) se non avessero questa capacità.
Tanto che chi li frequenta sa benissimo quanto sia forte in loro la componente di buona volontà e voglia di collaborare con l’uomo.
Un tratto ormai connaturato in molti tipi equini differenti, che li porta dopo una vita di interazione con l’uomo a rattristarsi e andare in depressione quando per raggiunti limi ti di età sono messi in pensione.
Tra il farli patire in agosto sui sanpietrini e farli trottare allegri sui viali di Villa Borghese c’è una bella differenza.
Tutto sta nella nostra capacità di rispettarli, e farli rispettare.
Ma senza cavalli tra noi saremmo tutti più poveri, più miseri e più sterili.
Il regolamento non è ancora in vigore, perché sia attuativo occorre che una delibera di giunta fissi aree e percorsi.
Fonte della notizia: Ansa