Caserta, 10 gennaio 2022 – Non arrivano buone notizie dalla Reggia di Carditello, sito borbonico che non riesce evidentemente a trovare pace gestionale.
Il Direttore della Fondazione Reggia di Carditello, Roberto Formato, ha rassegnate le proprie dimissioni due giorni fa e non intende ritirarle.
La Reggia venne acquistata dopo un’asta giudiziaria alcuni anni fa dal Ministero dei Beni Culturali, e ospita nelle proprie scuderie una cinquantina di soggetti della Razza Governativa di Persano.
“Me ne sono andato perché non sono stato messo nelle condizioni di proseguire nella gestione di tipo manageriale che avevo impresso alla Reggia di Carditello. Il presidente della Fondazione Nicolais ha un modo paternalistico di gestire le cose”, ha scritto Formato sulla propria pagina Facebook.
Che in una intervista ad Ansa ha rilasciato una ulteriore dichiarazione, dopo “la valutazione negativa espressa dal presidente Nicolais sui risultati ottenuti in questi tre anni dalla Fondazione. Mi sono sentito sfiduciato ben prima che scadesse il mio mandato di 4 anni, ovvero giugno 2022″.
I punti critici.
Continua il direttore dimissionario: “Nella riunione del Cda in cui ho rassegnato le dimissioni avevo posto due criticità. In particolare quella del disavanzo strutturale legato alla gestione dei 50 cavalli di Persano, che costano 300.000 Euro l’anno, cioè il 75% delle spese totale della Fondazione. E la spesa non viene coperta interamente dai soci (Ministero, Regione e Comune di San Tammaro). La seconda criticità riguarda il personale. Al Cda ho detto che servono un responsabile tecnico e uno amministrativo, perché le persone che ricoprono tale ruolo non hanno le competenze necessarie. Non ho nulla contro tali dipendenti, ma è necessario dotarsi di personale che possa garantire una gestione manageriale. Mi è stato detto che la mia gestione era negativa. A mio avviso abbiamo però raggiunto risultati importanti, e oggi la Reggia di Carditello è un sito all’attenzione di tutti”.
“Nicolais mi ha imputato alcune mancanze” continua Formato, “come quella relativa al presunto ritardo dei lavori di restauro. Ma si tratta di opere sulle quali non ho competenza per cui mi è sembrata una contestazione pretestuosa. La seconda lagnanza nei miei confronti ha riguardato l’insofferenza del personale, su cui ribadisco che il presidente non ha competenze. La gestione è prerogativa del direttore”.
E intanto i Persano stanno a guardare…
Fonte Ansa