Bologna, 28 agosto 2024 – Se è vero che siamo quello che mangiamo, la tracciabilità degli alimenti diventa imperativa e prioritaria. È un concetto facile facile, che riguarda tutto ciò che finisce nel nostro piatto e, a maggior ragione, la carne. Ma evidentemente questo principio fa fatica a radicare nell’etica di alcuni commercianti. Che, eludendo i controlli, si assumono la responsabilità della somministrazione di cibi potenzialmente molto dannosi per la salute pubblica.
È notizia di questi giorni che le forze dell’ordine di Catania – gli agenti dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, delle divisioni di polizia anticrimine e amministrativa, insieme al personale della forestale regionale, agli agenti della polizia locale e agli operatori dell’Asp e dello Spresal – hanno messo a segno un nuovo blitz nel cuore della movida mangereccia catanese, in via Plebiscito.
Dove tra pittoreschi bracieri allestiti sul marciapiedi e minuscole botteghe, la carne alla brace è lo street food più gettonato nella città dell’elefantino.
Durante quest’ultimo controllo, le forze dell’ordine hanno rilevato un buon numero di esercizi che svolgevano attività abusive, senza i necessari permessi per la somministrazione di cibo e soprattutto un discreto quantitativo di carne non tracciabile.
Tra questa immancabile anche quella di cavallo, che nel capoluogo etneo vanta una tradizione millenaria. Sono stati circa 70 chili quelli posti sotto sequestro in quanto non riconducibile ad alcuna filiera. Possiamo solo immaginarne la provenienza.
Come sempre in questi casi sono fioccate le multe (con la speranza che vengano poi anche pagate…), sono stati sequestrati alimenti, tavoli, sedie. Ma c’è da scommetterci che finché ci sarà una clientela, le bracerie improvvisate con carne di ‘cavallo-di-chissà-chi’ continueranno a prosperare.