Bologna, 26 agosto 2024 – Emanuele Castellini, volto stra-noto nel mondo della migliore equitazione lombarda di qualche anno fa, ha scelto di candidarsi alla presidenza del Comitato regionale Fise Lombardia. Uomo di grande verve, imprenditore di successo, il suo legame con l’equitazione lombarda è profondissimo. Uno stile di vita che da sempre ne ha fatto una delle personalità più apprezzate. Fin da quando si misurava nelle gare più impegnative…
Cosa l’ha spinta a candidarsi alla presidenza regionale in Lombardia?
«A seguito delle tante richieste ricevute da professionisti e amatori che operano in Lombardia, tutti desiderosi di un cambiamento. Con tanta passione, motivazione ed energia, ho deciso di scendere in campo per trasmettere le mie esperienze sia equestri sia imprenditoriali».
Può citare tre punti di forza dell’equitazione in Lombardia e tre cose che invece secondo lei vanno cambiate o migliorate?
«I punti di forza sono il potenziale che ha la nostra utenza, ossia i nostri tesserati, poi la “logistica” intesa come rete di impianti sportivi sul territorio, e infine l’imprenditorialità, ossia la capacità organizzative e di gestione dello sport, capacità che come noto sono nel Dna dei lombardi, non solo nello sport. I tre punti deboli invece sono la formazione, che ritengo carente, i costi troppo elevati per i tesserati e il carente piano di crescita qualitativa dei giovani cavalli. In questo settore dobbiamo coinvolgere maggiormente allevatori, preparatori, direttori di campo, organizzatori di concorsi, proprietari».
Potrebbe illustrare sinteticamente i punti principali del suo programma?
«Il primo punto è la “visione” che il nostro sport dovrebbe avere: vorrei una Lombardia propositiva, trainante, libera da imposizioni, più autonoma per offrire maggiore soddisfazione ai propri circoli associati, a prescindere da chi dirigerà la Fise a Roma.
Il secondo punto riguarda gestione e governance: serve un Consiglio direttivo altamente qualificato e di massima fiducia per tutti i nostri tesserati. Servono Commissioni specialistiche in tutte le discipline equestri. Dobbiamo potenziare l’autonomia regionale anche dal punto di vista economico-finanziario. Poi è indispensabile instaurare un contatto costante con la base dei tesserati per poter affrontare e risolvere ogni problematica appena si presenta. “Conditio sine qua non” è la reperibilità degli uffici del Comitato regionale nel fine settimana. Infine dobbiamo collaborare tutti per semplificare le normative in atto, al fine di rendere la gestione più facile, veloce e meno costosa.
Il terzo punto è lo sviluppo sportivo e due sono le cose da implementare in tale ambito: in primis investimenti mirati in tutte le discipline, in particolare in quella del completo. Secondo: i campionati lombardi sono oggi articolati su troppe categorie, che vanno “sintetizzate”.
Quarto punto lo definirei “qualità e benessere”: penso al miglioramento delle condizioni di vita dei cavalli, all’innalzamento degli standard qualitativi a tutti i livelli, a una forma di pensione per cavalli anziani, prevedendo una sorta di Rsa per cavalli.
E veniamo al quinto puntodel mio programma: la “gestione economica”. Penso a un reinvestimento proporzionale delle risorse nel territorio lombardo, con destinazione sportiva e meno strutturale. Penso alla trasparenza nella gestione finanziaria, indi all’impegno nel proporre una diminuzione dei costi per i tesserati, aumentando le entrate da dedicare allo sport e alla comunicazione, infine dovremo analizzare bene le tasse che i nostri tesserati pagano per poter richiedere (alla Fise nazionale, ndr) un piano di riduzione.
Il sesto punto lo definirei “collaborazione e dialogo”. Va creata una linea diretta per dialogare con tesserati e appassionati, dobbiamo informare maggiormente tesserati, genitori, sponsor e appassionati per un maggior coinvolgimento e per una maggiore conoscenza equestre».
Settimo punto “professionalità e competenza”: dobbiamo puntare su team di professionisti riconosciuti e altamente qualificati e va sostenuta la formazione continua per i nostri tecnici e dirigenti».
Ottavo punto sono etica e meritocrazia: ossia dobbiamo promuovere i valori etici nello sport e va adottato il riconoscimento basato sul merito e sui risultati».
Quale provvedimento del suo programma avrà la priorità assoluta, ossia cosa farà per prima cosa se sarà eletto?
«La Lombardia, come tutte le regioni, dipende da Roma. Proporrò in modo convincente al futuro Presidente della Fise nazionale di aiutare i Circoli associati diminuendo le spese associative e di tesseramento a inizio anno, per dare un segnale forte di collaborazione economica ai nostri tesserati». Inoltre studieremo un progetto incentivi in base ai risultati ai circoli, cavalieri, istruttori, proprietari, allevatori.
Cosa pensa delle votazioni elettroniche, che il Coni consente ma che ancora non sono state adottate a livello nazionale: lei le adotterebbe a livello regionale?
«Sono fortemente favorevole alle votazioni elettroniche, meravigliato che non siano state applicate come previsto dal Coni. La semplificazione rende la vita migliore per tutti. Più risparmio (sono danari dei tesserati tolti allo sport), più democrazia, più confort, più partecipazione».
La Lombardia eccelle, in ambito nazionale, in tutte le discipline dell’equitazione per numeri e per risultati. Qual è il settore o i settori, secondo lei, da sostenere maggiormente?
«La disciplina di concorso completo: l’ho già più volte annunciato, prendendomi critiche perché i numeri in generale sono scarsi, e perché ho criticato l’attuale livello di questa disciplina in Lombardia. Ho molti amici che si sono occupati di completo nella regione, non felici delle mie critiche, le quali però vogliono essere da stimolo per una forte crescita nel prossimo quadriennio. La disciplina del completo forma i cavalieri in modo esemplare, in qualunque disciplina equestre vogliano cimentarsi in seguito: è la base della formazione equestre da cui chiunque dovrebbe partire. Inoltre sono certo che sia anche la disciplina con maggiori probabilità di successo in campo internazionale, nei campionati (europei, mondiali ndr) e alle Olimpiadi. Una disciplina da sviluppare e implementare sia per la base sia per i vertici».
Come valuta l’attuale metodo di formazione degli istruttori e, nel caso, cosa cambierebbe o migliorerebbe?
«Valuto, senza particolari critiche mirate, che dovremmo migliorare molto puntando all’eccellenza: si tratta di una riforma culturale che deve nascere da una filosofia più generale. Vogliamo essere i migliori, i primi della classe, Occorrono anni di lavoro ma con metodo si può arrivare. Occorre purezza e trasparenza di pensiero, escludendo dai Comitati decisionali coloro che “inquinano” questa visione a causa di interessi personali. I docenti devono essere persone di qualità e al di sopra delle parti. La scuola deve essere programmata con livelli differenti e gli esami devono essere giustamente severi. La meritocrazia dev’essere vincente. Tornerei a promuovere gli affiancamenti, in un modo corretto e da approfondire. Continuerei ad invitare docenti di massimo livello, anche internazionali. Vorrei commissionare lo studio di fattibilità di una pensione per istruttori».
Spesso si sente dire che fra i praticanti di questo sport manchi la cosiddetta “cultura equestre”: ritiene sia da incentivare e come?
«Certamente a volte manca, ed è assolutamente da coltivare. Più gli appassionati del settore, professionisti o non, conoscono il tema sia storicamente -mai abbandonare la storia- sia morfologicamente, più saranno avvantaggiati in un qualificato sviluppo sportivo. E il compagno-amico “Cavallo” ne sarà molto riconoscente perché vivrà meglio, più curato, più amato, più rispettato».
In Italia i costi per i tesserati sono alti. Cosa intende fare per diminuirli?
«Ho già risposto in parte. Vorrei proporre una diminuzione secca del costo del tesseramento ad inizio anno. Le entrate in diminuzione dovranno abbassare i costi generali, ma non sarei io a decidere. Vorrei proporre una maggiore entrata in Lombardia, in base proporzionale a quanto versiamo a Roma rispetto alle altre regioni italiane. E con queste entrate anche aiutare i circoli ippici. E intendo trovare forme di finanziamento a fondo perduto e a tassi agevolati, per aiutare i circoli tesserati a migliorare i propri impianti, diminuendone i costi di gestione e di manutenzione. Non da ultimo intendo trovare sponsor per la sponsorizzazione dei circoli lombardi».
I proprietari di cavalli sono la colonna portante di questo sport: come gratificarli ulteriormente, affinché crescano di numero e di livello a sostegno di questo sport?
«I proprietari sono fondamentali e vanno gratificati. Come? Con la presenza nel Consiglio regionale di un loro rappresentate fortemente qualificato e motivato verso la categoria, proponendo nuove forme di gratificazione. Perfino con inviti/pass/biglietti/gala nei concorsi internazionali più importanti in Italia e all’estero, anche se non hanno cavalli partecipanti a quello stesso evento. Con una classifica/menzione/premio in occasioni importanti in regione. Con lo studio di forme di partecipazione alla multi proprietà di uno o più cavalli, analizzando esempi già da tempo presenti sul mercato internazionale. Infine, durante gli eventi, con una maggiore cura estetica dei dettagli: accoglienza, bar e ristoranti, abbigliamento sportivo ordinato dei cavalieri sia in campo sia fuori dal campo, premiazioni a cavallo ordinate, premi coppe/coccarde/cavallini differenziati e di buon gusto. Ovvio che è impossibile toccare tutti i temi e le problematiche dell’equitazione in Lombardia nel breve spazio di una intervista, ma ringrazio Cavallo Magazine per avermi dato l’occasione di esprimere il mio pensiero».