Bologna, 27 febbraio 2024 – La domanda è: che cosa c’è che non va con la testa di certi abitanti di Catania? Non volendo fare assolutamente di tutta l’erba un fascio e volendo veramente solo comprendere, è lecito porsi il quesito.
La settimana scorsa, ancora, le forze dell’ordine sono intervenute nel capoluogo etneo. Ancora una volta sono state individuate stalle abusive. Ancora una volta sono stati sequestrati dei cavalli. Ancora una volta nel mirino il quartiere San Cristoforo, zona sudoccidentale. Ancora una volta il Villaggio Dusmet, area settentrionale della città dell’elefante.
Nel primo caso è intervenuta la Polizia. Nel secondo i Carabinieri.
Ma al di là delle uniformi, le vittime sono sempre le stesse. I cavalli e la legalità.
Eppure, per quanto le forze dell’ordine continuino a intervenire, è come se la città non riuscisse a smettere di produrre il suo stesso male.
Un tema sotto ai riflettori
Solo nel 2023, l’Arma dei Carabinieri ha messo al sicuro 19 cavalli, denunciato 65 persone e fatto multe per oltre 100mila euro. Eppure il business delle scommesse sulle corse clandestine, che sono poi il motivo per una presenza così significativa di cavalli in città, continua a esercitare un grande fascino. Le corse sono molto frequentate, I soldi girano. E quindi i cavalli devono essere rimpiazzati. Bisogna trovare nuove stalle, nuove coperture e compiacenze. Nuovi farmaci per dopare i cavalli.
Sempre la settimana scorsa, Enrico Rizzi, attivista per i diritti degli animali, ha portato in procura un video in cui si distinguerebbe uno degli spettatori di una corsa nel catanese mentre esplode colpi di arma da fuoco in aria.
Francesco Emilio Borrelli ha presentato sul fatto e sulle corse clandestine in generale, una interrogazione parlamentare.
Tuttavia la sensazione è che i dibattiti delle istituzioni siano a distanza siderale dalle strade dove la realtà non aspetta niente e nessuno per continuare il suo copione.
Gli interventi di Carabinieri e Polizia
Per tornare ai fatti di cronaca, questa volta a San Cristoforo sono stati sequestrati 5 cavalli, sulky e farmaci dopanti. Denunce per maltrattamento di animali e tre multe.
Al Villaggio Durmet invece sequestrati in locali abusivi e inadatti un cavallo e un pony, Cirasa e Van Nisterlooij. Denunciato il 57settenne titolare dei due animali per la loro detenzione in una condizione priva dei requisiti minimi sanitari e strutturali per garantire il rispetto della natura etologica degli equini. Ovvero i necessari spazi vitali per garantire al cavallo uno stile di vita sano e rispettoso dei sui bisogni naturali.
L’uomo è stato anche sanzionato amministrativamente per mancanza delle autorizzazioni, mancata identificazione degli equidi e per aver introdotto nella stalla animali non in regola con il controllo dell’anemia infettiva.
Serve un cambio di passo
Nonostante l’esito dell’intervento delle forze dell’ordine, è sempre più difficile guardare avanti con ottimismo. Si sta cercando di svuotare il mare con un bicchiere: è questa la sensazione.
E poi c’è un altro aspetto. Assistere a una corsa clandestina equivale ad assistere a un reato. Perché c’è questa pulsione insana? Se non ci fosse il pubblico, non ci sarebbero le scommesse e le corse diventerebbero inutili.
Le corse dei cavalli hanno sempre esercitato un fascino straordinario. Ma non è affatto necessario che queste siano clandestine, deregolamentate e spesso ‘truccate’.
La propensione per questo genere di aberrazione è quindi ancora più incomprensibile anche quando la si guarda dalla prospettiva di chi scommette.
Eppure… È difficile che quelli di San Cristoforo e del Villaggio Durmet siano gli ultimi cavalli sottratti a chi garantisce loro solo sfruttamento e una vita che, in molti casi, è perfino peggio della loro fine.