Bologna, 8 febbraio 2022 – Non c’è sosta per le forze dell’ordine che in questi giorni, come si evince dai fatti di cronaca, in Sicilia sono intervenute in due operazioni distinte che hanno visto il coinvolgimento di cavalli.
La prima è avvenuta nell’agrigentino, in una frazione di Canicattì.
I Carabinieri, insieme con gli uomini del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Palermo e del Centro Anticrimine Natura di Agrigento, durante lo svolgimento di un’operazione più ampia, hanno sequestrato un centro ippico. Nella struttura, molto rinomata, protagonista con i suoi cavalli di importanti eventi folkloristici, gli specialisti del Nas hanno controllato diciassette tra cavalli, pony e asini. Sei dei quali sarebbero stati trovati senza microchip e di provenienza non documentata. La verifica sullo stato di salute degli animali inoltre ha portato alla denuncia del titolare. Che per la cronaca dovrà rispondere anche di abuso edilizio e gestione non autorizzata di rifiuti speciali trovati in abbondanza sul terreno di pertinenza dell’azienda
Quasi contemporaneamente, dall’altra parte dell’isola, a Catania, gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato un uomo che, dopo avere abbattuto con la ruspa un muro, ha tentato di appropriarsi del terreno di un oratorio religioso che accoglie i minori residenti nel quartiere di Librino ai fini ricreativi. Lo scopo di questa plateale azione sarebbe stato quello di trasportarvi e detenervi alcuni cavalli. In questo caso in manette è finito un 62enne. Che dovrà rispondere di evasione, porto abusivo di un coltello, false generalità a pubblico ufficiale, invasione di terreni ed edifici e gestione illegale di rifiuti speciali.
La posizione di IHP
In merito al caso di cronaca di Canicattì ha preso la parola Sonny Richichi, presidente di Italian Horse Protection che ha così commentato.
«Rivolgiamo un plauso ai Carabinieri di Canicattì, del Nas di Palermo e del centro anticrimine di Agrigento che hanno sequestrato un centro ippico a Canicattì. Allo stesso tempo ci chiediamo dove sia la Asl. Quelli emersi sono fatti gravissimi. Che verosimilmente si perpetuano da anni, gravi anche perché accaduti in un maneggio piuttosto noto a livello locale….».
Prosegue Richichi. «Molto spesso la nostra associazione si trova a documentare situazioni di irregolarità evidente. Che sarebbe facilissimo individuare da parte di chi è deputato al controllo. E che invece vengono alla luce solo quando intervengono le forze dell’ordine. Per questo motivo riteniamo che sia del tutto insufficiente la riforma dell’anagrafe equina fatta nello scorso settembre dal ministero della Salute. È insufficiente perché spesso l’attuazione della norma sul territorio è demandata a organi che non fanno il loro dovere. Ancora una volta ci chiediamo: dov’è la Asl?».