Bologna, 10 aprile 2022 – Quando si tratta delle passioni più sentite, l’uso delle parole e il loro stesso suono hanno un significato diverso. Il loro peso cambia. Probabilmente più nell’orecchio di chi le ascolta che non nel lessico di chi le pronuncia. O le scrive.
“Lo smaltimento della carcassa è stato organizzato dagli uffici comunali competenti per materia”…
Impossibile non provare un istintivo moto di repulsione leggendo queste parole. Ancora prima di sapere che si sta parlando di un cavallo. L’ennesimo che ha avuto la sfortuna di incontrare sulla propria strada gente sicuramente molto diversa da noi.
Il fatto è successo pochi giorni fa in una frazione di Cappadocia, a Verrecchie, in Abruzzo.
Un cavallo è stato rinvenuto morto sul ciglio della strada. Causa della morte, pare, colpi di arma da fuoco. Chi fosse questo cavallo, chi magari lo sta cercando non è dato saperlo.
L’animale non era dotato di microchip e questo è il secondo errore in questa storiaccia. Un cavallo non iscritto all’anagrafe, senza microchip è un ‘invisibile’, non ha diritti. Non ha neppure qualcuno che lo possa accudire o piangere. Come dimostrato per l’ennesima volta da questo caso.
Pare che gli abitanti della zona abbiano lamentato più e più volte il pericolo di animali in strada. Pare ci siano già stati anche incidenti… Insomma, una situazione che senza controllo né una regola, ha finito per mettere i cavalli e gli uomini in pericolo. L’uno per l’esistenza dell’altro. Inaudito.
Del resto, è difficile intervenire sul fenomeno degli animali condannati a vagare tra strade, campagne e abitati. Difficile se non hanno qualcosa che li riconduca, legalmente, al proprietario che detiene oneri e onori dell’avere un animale.
In una battaglia di questo tipo, l’uomo vince. E se serve spara.
Dopo di che chiamiamo pure questa cosa come ci sembra più opportuno: risentimenti personali, esasperazione, vendetta… stupidità.
Qualunque parola si scelga, ci troviamo ‘oggi’ con un cavallo morto a bordo strada a Verrecchie. Non investito. Bensì colpito dai proiettili che qualcuno ha esploso in un macabro gioco contro di lui.
Sul caso sono al lavoro Carabinieri e Forestali di Tagliacozzo. E state certi: i colpevoli si possono trovare quasi sempre. Qualcuno che ha sentito, qualcuno che ha visto, qualcuno che sa c’è sempre. Anche una qualsiasi telecamera di sorveglianza, come pare sia già successo nel caso del pony di Acate, può dare nomi e cognomi a chi ha il compito di preservare l’ordine.
La morte dell’animale è stata accertata dai medici della Asl del servizio veterinario che hanno stilato una relazione in cui si è predisposta la cremazione dell’animale.
Nella negatività di tutta questa storia, anche l’epilogo è davvero triste.