Bologna, 24 febbraio 2022 – Domani si celebra la giornata europea contro le molestie. Oggi no. O almeno così sembrerebbe. Certo stiamo parlando di un tema delicatissimo. Dove rispetto, garantismo e giustizia corrono su fili sottilissimi. Eppure, una volta sgombrato il campo dal politacally correct e acclarate responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio, la questione dovrebbe essere semplice. Da una parte le vittime da aiutare, dall’altra i colpevoli, con condanne esemplari. Questo indica la pancia della gente. E per una volta sarebbe bello coincidesse con la testa.
La notizia è di ieri. Ma se abbiamo preferito prenderci del tempo prima di parlarne è proprio perchè siamo di fronte a qualcosa di veramente complesso ed è facile cadere nel tranello dell’emozione.
I fatti
Ieri, la Procura di Milano ha chiesto di condannare a un anno di carcere un 28enne, a processo con rito abbreviato, con l’accusa di avere molestato quattro bambine, tra i 5 e i 9 anni, in un maneggio alle porte di Milano. L’accusa è violenza sessuale aggravata. L’uomo, che frequentava il maneggio perché proprietario di uno dei cavalli, le avrebbe spinte, in più occasioni, all’interno della selleria per molestarle. Brandendo un coltello, avrebbe minacciato di ucciderle se avessero raccontato le violenze.
La legge
Al netto dell’indignazione, senza forse e senza ma, rispetto a un fatto gravissimo che se provato in fase di giudizio non ha umanamente giustificazioni, cerchiamo di capire cosa significhi, tecnicamente, questa richiesta della Procura che lascia quanto meno interdetti.
La pena per violenza sessuale secondo le nostre leggi va da 5 a 10 anni. La forbice dipende da una molteplicità di fattori legati al reato e a chi lo ha commesso. Inoltre c’è l’istituto del rito abbreviato, che già da solo comporta la riduzione di un terzo della pena richiesta.
Si aggiungano le possibili attenuanti, tra le quali la tenuità del fatto… Ed ecco che un presupposto reato che ciascuno avrebbe punito in cuor suo buttando la chiave della cella, arriva all’anno di carcere chiesto dalla Procura.
Che sembra poco. Pochissimo. Anzi una vera follia e un’offesa gravissima all’etica di un paese che fa sempre più fatica a difendere le fasce più delicate dei propri cittadini.
Ma attenzione, la vicenda delle molestie in scuderia in provincia di Milano non è una sentenza. Non al momento almeno. Si tratta solo del termine di una requisitoria e l’udienza in cui si deciderà tutto sarà il 21 marzo. La decisione finale spetterà alla gup Vincenza Maccora.
«Una richiesta così lieve da parte della Procura è un fatto gravissimo. Non solo perchè si ritiene che l’abuso nei confronti di una bambina non sia un fatto grave ma altresì si sottovalutano le conseguenze» ha dichiarato Solange Marchignoli, l’avvocato che assiste le famiglie di due delle quattro bambine che si sono costituite parte civile.
Secondo quanto riportato su diversi organi di stampa, il molestatore non sarebbe stato nuovo a reati di questo tipo. Già in altra occasione sarebbe stato denunciato per molestie. Tesserato Fise, per questo motivo, nel 2018, sarebbe stato sospeso per 5 anni dagli organi della giustizia sportiva. Ma qual che più conta in questi casi è scongiurare la reiterazine del reato, cosa che solo la giustizia ‘con la toga’ avrebbe già dovuto fare.
Invece, l’uomo, era ancora libero. E quello di ieri è il risultato.
La richiesta della Procura milanese, per quanto incanalata perfettamente nei binari tecnici di quanto previsto dalla legge, evidenzia una grossa falla nel nostro ordinamento. Che se da una parte ha il dovere di essere garantiste, dall’altra non può neppure esporre i cittadini – per quanto giovani – a eventi di questo tipo.
Non siete sole
La risposta sana del mondo dello sport, che tutto dovrebbe essere tranne lo scenario per fatti di cronaca come questi è tutta dedicata alla quattro, quaratanta, quattromila… bambine e bambini che sono state vittime di vicende come questa in Lombardia.
Per attrarre l’attenzione sul problema delle molestie e delle violenze nello sport, l’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo e la Federazione Italiana Sport Equestri organizza, venerdì 25 febbraio alle ore 11:00, un evento a cui parteciperanno, tra gli altri, la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, l’ex campionessa di scherma e attuale sottosegretario del Consiglio dei ministri con delega allo sport Valentina Vezzali, il presidente Fise Marco di Paola e il presidente del CONI Giovanni Malagò.
L’evento, realizzato in collaborazione con il CONI, RAI per il Sociale, Rai Sport, il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e SOS Villaggi dei Bambini, mira a denunciare la drammatica realtà delle molestie e delle violenze legate al mondo dell’attività sportiva ed agonistica e a proporre delle soluzioni volte a sradicare questa problematica. Per questa ragione il mondo dello Sport, che contribuisce alla crescita e alla formazione etico-sociale, vuole scendere in campo per sensibilizzare l’intera comunità a favore di tutti i soggetti fragili (compresi gli animali).
Oltre a Picierno, Vezzali, Di Paola e Malagò, parteciperanno le giornaliste Karina Laterza, Presidente della Commissione Pari Opportunità della RAI, Donatella Scarnati Vicedirettrice di Rai Sport e Giovanni Parapini, Direttore Rai per il Sociale. Saranno presenti inoltre Sara Morganti, campionessa paraolimpica Fise e Eleonora Daniele, testimonial della Giornata europea contro le molestie.
L’evento, moderato da Roberta Ammendola, giornalista di Rai1, sarà aperto dai saluti del responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia Carlo Corazza.