Bologna, 12 giugno 2021 – Non si presenta come un’estate facile quella dei Carabinieri di Siracusa. Sotto la direzione del Procuratore Aggiunto Fabio Scavone e del Sostituto Procuratore Gaetano Bono si sono accesi i riflettori sulla piaga delle corse clandestine nel siracusano. E i primi risultati stanno già riempiendo le notizie di cronaca.
Venerdì 11 giugno, 61 militari dell’organizzazione territoriale e dei reparti speciali dell’Arma (Nas e l’eliportato “cacciatori di Sicilia”) hanno chiuso il cerchio di un’indagine che durava già da mesi.
Al centro una piaga che tormenta il bel territorio siciliano. Quello delle corse clandestine sulle quali tante volte abbiamo puntato il dito.
Corse del terrore per i cavalli che vi vengono impiegati attaccati al sulky. Lanciati al galoppo tra ali di motorini e spettatori su strade asfaltate.
Corse intorno alle quali fioccano puntate che toccano cifre inimmaginabili. E che avvengono sotto l’occhio benevolo della criminalità organizzata.
Con le indagini ancora in corso, al vaglio degli inquirenti ci sono in questo momento ben 5 corse clandestine. Delle quali si sono recuperate le immagini proprio nel web.
Nell’attività investigativa, i Carabinieri hanno identificato ben 60 persone. Si tratta per la maggior parte di giovani e, neanche a dirlo, di soggetti noti per essere già stati coinvolti in passato nello stesso genere di reato. Tutti deferiti alle attenzioni della Procura.
L’altra Marengo…
Nell’ambito della stessa indagine, che prende il nome di Marengo, celebre battaglia napoleonica ad Alessandria la cui celebrazione avverrà proprio il 14 di giugno, i Carabinieri hanno compiuto 18 perquisizioni a carico di altrettanti indagati. Maneggi e scuderie già ritenute fulcro organizzativo delle corse clandestine hanno ricevuto la visita degli uomini dell’Arma. Avola, Noto e Rosolini le cittadine interessate.
Nel blitz, gli uomini del Nucleo anti sofisticazione (Nas) hanno trovato svariati farmaci dopanti tutti posti sotto sequestro. Sono stati individuati anche diversi cavalli, oggetto delle attenzioni dei medici veterinari dell’Asp intervenuti a supporto delle operazioni.
Secondo fonti attendibili, gli animali, concettualmente maltrattati in quanto dopati per il loro impiego criminoso, non sarebbero stati in condizioni fisiche particolarmente critiche. Mentre invece alcuni aspetti della loro gestione avrebbero spinto i veterinari a sollecitare maggiore attenzione da parte dei loro custodi.
Contrariamente a quanto accaduto in molti casi analoghi in passato, questa volta i cavalli non sono stati posti al momento sotto sequestro.
Ma le indagini vanno avanti…