Bologna, 12 agosto 2021 – Guardando questa immagine, la prima cosa che viene da augurarsi è che il manifestante anti lock-down immortalato in azione, abbia scoperto sulla propria pelle quante ossa ci sono sul muso del cavallo.
Detto ciò, Kristian Pulkownik, 33 anni, attivo animalista della RSPCA si è difeso in tribunale a Sydney dall’accusa di maltrattamento e crudeltà verso gli animali adducendo una presupposta legittima difesa nei confronti del cavallo poliziotto. Secondo la sua versione, il cavallo lo avrebbe attaccato. Da qui, la necessità di difendersi.
Pulkownik, ‘ovviamente’ senza mascherina, stava partecipando a una manifestazione non autorizzata anti lock-down a Sydney quando sono intervenute le forze dell’ordine per disperdere l’assembramento dei manifestanti. E come spesso accade un po’ ovunque, nell’occasione sono stati messi in campo i reparti ippomontati.
Dopo tre settimane di custodia, durante le quali Pulkownik ha anche rifiutato il test per il Covid adducendo motivazioni mediche, l’imputato ha avuto la possibilità di essere rilasciato su cauzione. In libertà vigilata. Con l’obbligo di vivere presso il domicilio della madre.
«Stiamo attraversando momenti difficili a Sydney» ha dichiarato il magistrato. Nell’emettere i provvedimenti ha voluto tenere conto dell’attività in favore degli animali che Pulkownik ha potuto documentare.
Dal canto suo, l’impavido boxeur ha dichiarato di essere costernato per l’accaduto. Un evento che non avrebbe mai voluto che si verificasse. E del resto, secondo Pulkownik, uno scatto non racconta l’intera storia.
Il caso tornerà in tribunale il prossimo settembre.
Per chi voglia tenere i cavalli sempre in primo piano… quello aggredito ha un nome. Si chiama Tobruk ed è in forze alla Mounted Unit – NSW Police Force