Bologna, 9 agosto 2024 – Prosegue il giro di interviste di Cavallo Magazine ai candidati alla Presidenza della Fise. Oggi tocca a Marco Di Paola, 56 anni, laureato in Giurisprudenza alla Facoltà La Sapienza di Roma, avvocato. Di Paola è Presidente della Federazione Sport Equestri dal 2017 e membro della Giunta del Coni dal 2021. È stato Presidente Nazionale dei Giovani Costruttori (Ance) dal 2003 al 2006.
Perché si candida alla Presidenza della Fise?
«Per completare il lavoro e realizzare una Federazione moderna, sempre più a servizio dei circoli, degli istruttori e dei tesserati».
Se dovesse selezionare i tre punti cardinali del suo programma elettorale quali indicherebbe?
«Qualità dello Sport, della Formazione e dei Servizi».
Quale la sua ricetta per allargare la base dei tesserati?
«La base è larga. Abbiamo raggiunto 150.000 tesserati e siamo la settima Federazione su 48 riconosciute dal CONI e, in base ai dati della FEI, la terza a livello mondiali come numero di tesserati agonisti. Ogni anno negli Sport Equestri entrano circa 100.000 ragazzi, perché i PONY CLUB consentono di praticare sport equestre a costi contenuti e competitivi con altri sport. Dobbiamo riuscire a non perdere questi ragazzi negli step successivi. Bisogna da una parte avviarli a tutte le discipline e dall’altra, consolidare una dimensione amatoriale di competizione che non costringa tutti solo verso l’agonismo di alto livello, che purtroppo risulta molto costoso e ci fa perdere tanti appassionati».
Come intende incentivare i proprietari ad investire in cavalli di alta qualità per i cavalieri italiani e che ruolo può avere la Fise in questo?
«Già parlare di proprietari, e non di sponsor o investitori, significa rivolgersi a mecenati che non cercano il lucro, ma supportano con enorme passione lo sport equestre. Da una parte vogliono una Federazione che garantisca uno sport pulito, un ambiente sereno, una programmazione condivisa e ponga il merito al centro delle scelte e dall’altra cavalieri professionali negli adempimenti, seri nel comportamento e molto rispettosi del benessere dei propri cavalli».
Ha progetti specifici per la formazione degli istruttori?
«In primo luogo vorrei complimentarmi con i nostri quadri tecnici. Se siamo la settima Federazione su 48 del CONI e se otteniamo i successi sportivi a livello internazionale, il merito è solo dei nostri istruttori e dei nostri atleti. In secondo luogo, solo adesso con una base larga e una piramide alta, possiamo lavorare sulla qualità. Possiamo essere più selettivi sui requisiti di ingresso e curare meglio la crescita professionale».
Quale ritiene sia la corretta gestione e programmazione dell’attività ai Pratoni?
«Il Centro Equestre Federale è tornato agli antichi splendori e al centro del panorama sportivo internazionale. Ha già ospitato nel 2022 un Campionato del Mondo delle discipline del Completo ed Attacchi. Questo, a parere mio, è già un successo. Il CEF inoltre è stato affidato in concessione alla Federazione con un preciso piano finanziario che prevede un equilibrio economico attraverso (i) l’attività formativa per la quale -tra l’altro- svolgiamo un Corso di Laurea triennale in Scienze motorie con indirizzo Sport equestri e corsi stanziali per istruttori, (ii) organizzazione di eventi sportivi a livello nazionale e internazionale, (iii) raduni, clinic e stage, (iv) affitto per eventi di altre Federazioni o associazioni e (v) accessi esterni per allenamenti e campus. Solo quest’ultima voce rappresenta un’entrata di quasi 100.000 euro annui».
Quali sono le azioni da mettere in atto per la preparazione dei nostri atleti in ambito internazionale e olimpico?
«Abbiamo i migliori cavalieri del mondo e riescono a stare sempre ai massimi livelli internazionali con risorse limitate rispetto ai nostri avversari. Posso, anzi possiamo, solo ringraziarli per quello che fanno per difendere il tricolore in giro per il mondo. Purtroppo ci mancano i cavalli e soprattutto, quando li abbiamo, la motivazione per evitare di vendere i migliori. Escludo che la Federazione possa comprare cavalli; esperienza già vissuta con noti strascichi giudiziari e conseguenze disastrose, che i tesserati di lungo corso ben ricordano. Escludo che possa bloccare la vendita di fronte a offerte milionarie. Bisogna coinvolgere proprietari/mecenati per credere e supportare i nostri cavalieri. La Federazione deve svolgere la propria parte creando un ambiente pulito, positivo e professionale, nonché riservando ai proprietari le giuste attenzioni che si meritano. In alternativa bisogna coinvolgere investitori singoli o in consorzio, oppure dare la possibilità ai cavalieri stessi, di diventare investitori attraverso agevolazioni per ottenere finanziamenti finalizzati ad acquistare cavalli giovani, naturalmente con il rischio che potranno essere venduti, con un guadagno per l’investitore; però con la consapevolezza che nel frattempo ci siano altri soggetti giovani che stanno crescendo. Dovremmo offrire una bella immagine dell’Italia equestre, dove abbiamo impianti e circuiti di qualità eccellente, montepremi che aiutano e cavalieri molto preparati, per diventare il punto di riferimento per l’Europa per gli eventi sportivi di qualità. Non dimentichiamo che una recente ricerca della FEI ci ha posto come la terza nazione al mondo per numero di eventi sportivi equestri a livello internazionale».
Quali saranno le priorità in termini di allocazione delle risorse in relazione al budget federale?
«Privilegiare lo sport».
Qual è la prima cosa che farà da Presidente in caso venga eletto?
«Aiutare i nostri circoli ippici e gli istruttori ad affrontare la transizione rappresentata dalla Riforma del Lavoro sportivo che comporta adempimenti, che si trasformano in costi, ma rappresentano anche un’occasione di crescita professionale per giungere ad avere un albo professionale che ci tutelerà dalla concorrenza sleale».
Esclude l’ipotesi di allearsi con uno degli altri candidati prima del voto?
«Escludo».
Il suo appello finale per il voto…
«Fiducioso che siate rimasti soddisfatti del percorso fatto insieme e di come abbiamo superato la tragedia del COVID, risolto il problema dei trasporti, chiarito che le pensioni dei cavalli non sono soggette a IVA, vinto la battaglia con l’Antitrust per gli EPS e risolto tanti altri problemi, chiedo di confermare a me e al mio Consiglio, la fiducia per il prossimo quadriennio. Grazie e w lo sport equestre».