Bologna, 11 settembre 2020 – L’assemblea elettiva per il rinnovo delle cariche federali è indetta per lunedì 14 settembre presso gli impianti della Fiera di Roma. Gli eventi diritto al voto sono chiamati nella Capitale a eleggere il presidente della Federazione italiana sport equestri e i suoi consiglieri. I candidati alla presidenza sono due: il 52enne presidente in carica avvocato Marco Di Paola, che dunque si ripresenta per il suo secondo mandato, e lo sfidante, il 47enne Andrea Pantano, presidente del noto ente di promozione sportiva Sef Italia. Ecco come hanno risposto alle domande di Cavallo Magazine
ANDREA PANTANO
Colonnello Pantano, quali motivi l’hanno spinta a candidarsi alla presidenza della Fise?
«Per portare in Fise un cambiamento che la riporti ai livelli di eccellenza del passato. Restando, però, al passo con i tempi e sfruttando anche la tecnologia. L’attuale Federazione è venuta meno al suo scopo non promuovendo l’equitazione. È troppo distante, percepita dal “movimento” come un inestricabile nodo di burocrazia, dove politica e interessi personali sono anteposti allo sport: vedi le consulenze inutili da molte migliaia di euro. L’emorragia nel numero di tesserati è prova evidente dello scontento e del distacco dalla base. Per il bene del nostro sport quel nodo va tagliato. Serve una svolta radicale ed etica riformando il sistema. Nella “mia” Fise ci saranno meno costi e più servizi, competenza, supporto. Meno carta e più semplificazione, a partire dal voto online per le prossime elezioni. Ritengo inoltre fondamentale restituire ai Comitati regionali l’autonomia gestionale, amministrativa, sportiva e formativa. I valori che trasferirò in Federazione saranno solidarietà, passione e sportività. Nella Fise attuale vedo tutto il contrario».
Lei si è candidato anche alla presidenza del Comitato lombardo Fise, se eletto ricoprirebbe entrambe le cariche…
«Mi sono candidato anche in Lombardia perché in questa regione si è creato un vuoto di idee e di valori, l’attuale dirigenza è troppo…”datata” per produrre effetti positivi. Il malessere è constatabile nell’elevato numero di candidati alla carica di consigliere. La scelta è difficile ma ritengo che dobbiamo dare una guida sicura, affidabile e pragmatica alla Lombardia».
Se eletto alla Fise di Roma lascerà la presidenza di Sef Italia?
«Avendo intenzione di dedicarmi appieno alla Federazione ho già organizzato mesi fa il passaggio delle consegne e in nessun caso Sef subirà contraccolpi negativi. In poco più di dieci anni siamo arrivati a oltre 65mila tesserati, un lavoro enorme da non disperdere ma da continuare. Serve sinergia tra Enti e Federazione, ricucendo un rapporto da sempre conflittuale. La Fise è stata sanzionata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato per 450mila Euro per comportamenti antisportivi. Ciò significa sperperare i denari dei tesserati: vergognoso. È mia intenzione apportare un approccio innovativo e manageriale, di servizio e di promozione, far crescere questo sport. Manca da tempo l’attenzione alle persone. La Federazione che ho in mente non si occuperà delle poltrone ma dei tesserati. E per i cavalli ho un progetto che riguarda sia il loro benessere fin dalla nascita, sia il meritatissimo pensionamento a fine carriera».
Parliamo di costi, eterno problema per i tesserati: come intende gestire questo aspetto? «I costi vanno tagliati drasticamente. E con il mio lavoro in Sef Italia ho ampiamente dimostrato che è possibile. Per fare conoscere a tutti il mondo del cavallo, per un’equitazione più accessibile, per ampliare la base, per aiutare gli allevatori bisogna ridurre il carico economico. Tutti i centri ippici hanno bisogno di aumentare numero dei tesserati e cavalli scuderizzati, di regole più semplici e di risparmiare, a partire dall’affiliazione. Patenti e passaporti dei cavalli devono essere meno costosi. Via le spettanze Fise sui concorsi, e poi perché esistono divari così ampi nei costi delle patenti se poi l’assicurazione è la stessa? A fronte di un prezzo differente ci dovranno essere anche differenti servizi. Infine il futuro dei nostri istruttori, spesso sottopagati. La Fise deve fare di più: su un bilancio di 22 milioni di Euro, almeno uno va accantonato annualmente in un fondo pensionistico. Inoltre la Fise deve anche creare un albo professionale che tuteli gli istruttori qualificati».
Lei ha anche chiesto di spostare l’Assemblea elettiva: ci vuole spiegare?
«A seguito della mia richiesta di spostamento dell’Assemblea al presidente Di Paola, lo stesso mi ha risposto negativamente, non prestando alcuna attenzione alla situazione di emergenza dovuta al Covid-19 e al suo peggioramento di questi giorni. Non è stata presa in nessuna considerazione la mia richiesta nonostante le tempistiche consentano lo spostamento sino a marzo e oltre. Inoltre l’attuale Presidente non ha nemmeno preso in considerazione la possibilità di attivarsi con una gestione d’emergenza tramite il voto online. Possibilità altamente democratica, moderna, efficiente, a rischio zero e sicuramente molto meno dispendiosa. Ho richiesto questo spostamento facendomi portavoce delle richieste di molti tesserati, ma soprattutto per il timore delle conseguenze che ricadrebbero su di essi e sui loro centri ippici nel caso di contagi o quarantene precauzionali per le quali sarebbero costretti a sospendere temporaneamente tutte le attività. Molti elettori hanno annunciato che non parteciperanno all’Assemblea e ciò mette anche in serio dubbio il raggiungimento del quorum necessario affinché l’elezione possa essere valida.»
Cosa propone in alternativa?
«Chiedo a tutti coloro che mi sostengono di non partecipare, di non rischiare inutilmente e di unirsi a me in questa scelta di vera responsabilità! Voglio fare la differenza per il nostro sport e ho lavorato duro per questo, ma non ci sto a correre un rischio così alto, che il Presidente in carica sta sottovalutando. La Federazione dovrebbe essere, secondo me: un motore per produrre sempre più risultati e un ombrello per mettere al riparo i Suoi Circoli da possibili problemi! Ma purtroppo oggi non è così!».
MARCO DI PAOLA
Presidente, in estrema sintesi, ci ricorda cosa è riuscito a cambiare, a migliorare nella Fise e nell’equitazione nazionale, da quando venne eletto quattro anni fa?
«Innanzitutto lo sport: abbiamo ottenuto risultati sportivi incredibili che non arrivavano da anni. Tra i tanti, molteplici podii in Coppe delle Nazioni e due vittorie a Piazza di Siena, un Gran Premio Roma, due ori mondiali nel paradressage e uno nel volteggio. Qualifica olimpica di squadra raggiunta nel Completo e individuale nel salto. Questi sono meriti di atleti e istruttori, mentre noi dirigenti abbiamo lavorato per trasformare la Fise in un’organizzazione che eroga servizi e permeabile alle istanze dei tesserati. Quattro anni di intenso lavoro, tanti gli obiettivi raggiunti, cominciando dai cavalli: finalmente anche il Governo si è reso conto che in questo sport sono atleti al pari dell’uomo. Abbiamo contribuito all’emanazione di una circolare ministeriale che oggi consente di far trasportare i cavalli sui van del proprio Club, senza rischio di multe per presunte violazioni del trasporto terzi. Abbiamo definitivamente chiarito, con una circolare dell’Agenzia delle Entrate, che le «pensioni» dei cavalli non sono soggette a Iva. La Fise sta finalmente diventando un «centro di servizi». Il nostro movimento è formato da persone che hanno trasformato in lavoro, spesso assai duro, la loro passione sportiva: ogni istruttore e ogni Club rappresentano una piccola azienda familiare. La Fise è votata a raggiungere primati sportivi, ma deve anche supportare i propri operatori che promuovono e diffondono l’equitazione. Abbiamo alleggerito la pressione di una vecchia Federazione che ha sempre chiesto senza mai restituire in servizi. Risultato: abbiamo eliminato i costi sul tesseramento dei cavalli da scuola, aggiornato gratis gli istruttori nei seminari su tutto il territorio, elargito assistenza fiscale, assicurativa e legale con «Sos» Fise, valorizzato il ruolo dell’istruttore, introdotto l’istruttore multidisciplinare».
Quali sono le tre principali cose che intende realizzare nei prossimi quattro anni, se sarà rieletto?
«Valorizzare il territorio attraverso i Comitati regionali, accrescere il ruolo delle Scuole federali, per incrementare ancora i tesserati, migliorare la qualità della formazione, con un occhio attento alle giovani leve, tra le quali scoprire i campioni di domani. La Fise deve diventare sempre meno burocratica e più «digitale». Poi dal punto di vista sportivo vorrei proprio rivedere la squadra del salto ostacoli alle Olimpiadi: quest’anno ci siamo andati molto vicini, sono convinto sia un obiettivo assolutamente alla nostra portata».
Durante il lockdown lei è intervenuto anche duramente presso le Istituzioni -Coni, Governo, Ministro dello Sport, eccetera- per tutelare centri ippici e welfare dei cavalli, e per sollecitare la ripresa delle attività: ora come procedono le cose?
«Abbiamo fatto sentire le nostre ragioni: il nostro è uno sport fatto da due atleti e, come detto prima, oggi anche il Governo si è reso conto del ruolo del cavallo, non solo come atleta, ma anche come partner di vita e persino di terapia. I nostri circoli durante il lockdown sono stati quelli più penalizzati, dovendo garantire il benessere dei cavalli mentre i proprietari dovevano restare chiusi in casa, e sostenendo le spese per alimentazione, cure e quanto necessario al welfare dei cavalli. Ora siamo ripartiti alla grande, dimostrando che il nostro è uno sport sano e anche salutare. Abbiamo avuto un boom di campus estivi e usciamo da un gettonatissimo Campionato Italiano giovanile di salto ostacoli, che ci ha permesso di vedere all’opera tutto il meglio della nostra equitazione. Soprattutto abbiamo toccato con mano l’entusiasmo dei nostri ragazzi: credo sia stata questa la cosa più importante e più bella».
Bilancio Fise: il Coni ha approvato quello dell’anno in corso e, data la chiusura in attivo di ben 557mila e 752, 8 Euro, ha autorizzato la Fise a differire il target economico 2020: intende approfittarne e come?
«Siamo sempre stati attenti ai conti che oggi sono in ordine e sotto controllo. Lo sforamento è stato autorizzato anche in virtù dello stato di emergenza a causa della pandemia. Una situazione che ha certamente messo in difficoltà la Federazione, ma che stiamo superando grazie al supporto del nostro movimento, alla comprensione del Coni e al grande lavoro svolto dagli uffici federali in collaborazione con i revisori dei conti. No, non c’è da approfittarne, ma è necessario destinare sempre più risorse allo sport, come abbiamo fatto nell’ultimo periodo».
Cosa risponde a chi dice che le elezioni ora sono un rischio?
«Che credo sia il momento di restare con i piedi per terra, pensare di più allo sport, piuttosto che alle speculazioni dialettiche. Ci sono Federazioni che hanno già svolto le proprie elezioni, altre che lo faranno in questi giorni. Tutta l’Italia andrà al voto la prossima settimana per il Referendum, e in alcune regioni per le elezioni regionali. Noi effettueremo la nostra assemblea elettiva alla Fiera di Roma, dove saranno previsti tutti i controlli previsti dalle norme. Gli standard di sicurezza saranno assolutamente garantiti».