Firenze, 16 giugno 2021 – Certe volte da un episodio sfortunato si scatenano reazioni del tutto smisurate e ingiustificate.
Stiamo parlando di Pallino, il cavallo che nei giorni scorsi è stato al centro delle cronache per essersi infilato al galoppo con tanto di carrozzella tra due auto della scorta del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Immediati gli strali social e non contro il servizio di carrozzelle per i turisti, per “liberazione” dei cavalli tutti dal giogo (o per essere più precisi tirelle e pettorale) della costrizione al lavoro.
Noi riferiamo quanto ha detto il proprietario, guidatore e compagno quotidiano di lavoro di Pallino, il fiaccheraio Paolo Panconi.
“Intanto Pallino sta bene, un veterinario lo ha visitato e ha stilato un certificato. Tutto a posto per fortuna. Io un po’ meno. Sono finito sotto alla carrozza, ho una caviglia gonfissima e mi muovo con difficoltà. Ma non è questo. E’ il dispiacere per quanto è successo, il dispiacere per tutte quelle offese allucinanti che sto leggendo sui social. Io faccio questo lavoro da 22 anni, e non ho mai maltrattato i miei cavalli coi quali ho un legame fortissimo. Ho solo commesso una leggerezza. E’ un errore mio: Pallino è nuovo, proprio perché si sta abituando al servizio lo faccio girare poco. Ieri ho tenuto i finimenti del capo più lenti del previsto. E’ riuscito a sfilarseli. Succede spesso. Solo che lui non era ancora totalmente abituato e senza i paraocchi si è innervosito. In carrozza eravamo in due, si vede chiaramente anche dal video che abbiamo fatto di tutto per fermarlo. Ma non c’è stato verso. Io sono pure finito sotto alla carrozza. Purtroppo è finita così“.
Continua il fiaccheraio: «Prima di Pallino c’era il mio storico cavallo Otello (17 anni). Col fermo dovuto alla Pandemia l’ho regalato a un amico, e ora pascola felice in Mugello, dove passerà i suoi ultimi giorni. Ho preferito così perché noi fiaccherai coi cavalli abbiamo un rapporto d’affetto, altro che sfruttamento. Se avessi stretto meglio quei finimenti saremmo qui a parlare di altro ».
A Firenze ci sono 12 fiaccherai regolarmente autorizzati dal comune per questo servizio ormai storico.
Le scuderie dei loro cavali sono al Parco delle Cascine, la postazione di lavoro dove attendono i clienti è tra Piazza della Signoria e il Duomo.
Nella maggior parte si tratta di soggetti usciti dal mondo delle corse al trotto, che hanno scampato la destinazione del macello o peggio.
Spiegano Claudio e Andrea, due colleghi del Panconi: «Ognuno di noi può raccontare i legami con i propri animali e ognuno di noi ha minimo due cavalli che si alternano nel giro. E’ un modo per non stressare gli animali. Ne abbiamo lette di tutte in queste ore tante offese ai limiti della violenza, rivolte dalle persone. Però noi ci teniamo a ribadirlo: noi i cavalli non li maltrattiamo. Quello che è successo è stato un incidente, solo un incidente. Non ha niente a che vedere con altro se non con la sfortuna».
Fonte: agenzia Ansa di Fabrizio Morviducci