Bologna, 7 settembre 2020 – Il mistero dei cavalli morti in Francia continua a tenere inquirenti e proprietari sotto pressione. Tra chi non ha il benché minimo indizio su quale direzione dare alle indagini e chi invece teme per l’incolumità dei propri cavalli al prato, la situazione si sta facendo sempre più complicata.
Tanto che il Ministero degli interni francese ha istituito un numero dedicato alle denunce e stilato un piccolo vademecum su come comportarsi in caso di aggressioni agli equidi.
Di fatto, il reiterarsi delle crudeltà sui cavalli in luoghi diversi congiuntamente alla tempistica, ha portato gli inquirenti a escludere che questo orrore sia perpetrato da un unico squilibrato.
Quindi, si riapre a tutto tondo il ventaglio delle ipotesi su chi, perché e cosa si celino dietro questa barbarie.
L’ultima vittima, un cavallo muitilato e ucciso, è stato rinvenuto a inizio settembre nella Haute-Vienne, ma il primissimo caso risale al dicembre del 2018, a Loubeyrat.
In quell’esordio macabro, non avendo ulteriori riscontri, si era pensato a motivazioni diverse, così come pure nel secondo caso, nell’estate del 2019 a Châtel-Guyon. In quell’occasione le vittine furono una fattrice e un puledro, entrambi rinvenuti con le orecchie tagliate.
Secondo fonti della Gendarmeria nazionale, ogni giorno il numero dedicato riceve una decina di segnalazioni riguardanti cavalli feriti al prato, ma nelle stragrande maggioranza dei casi, alla verifica, si rivelano essere semplici infortuni da paddock che i preoccupatissimi proprietari hanno segnato per eccesso di zelo.
Ma come biasimarli del resto…
Sempre secondo informazioni dalla Gendarmeria, esclusa l’ipotesi di un unico squilibrato, rimane aperta la possibilità di crimini-fotocopia, perpetrati con identiche modalità da più persone e perfino quella di un macabro e criminale challenge lanciato nelle parti più oscure della rete.
A sostegno dei proprietari di cavalli, la Federazione francese nel frattempo, anche per motivare ulteriorimente l’impegno degli inquirenti, si è costituita parte offesa nell’inchiesta che è stata aperta dalla magistratura transalpina per atti di crudeltà perpetrati su animali domestici.