Gaza, 20 gennaio 2022 – Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Forse è per questo che ogni tanto, nelle agenzie, compaiono foto relative a situazioni umane al si sotto del livello di sopportabilità e comprensione: per ricordare, ad esempio Gaza.
Dove in 360 km² di superficie, tra Israele ed Egitto vivono 1.760.037 abitanti di etnia palestinese, di cui 1.240.082 rifugiati palestinesi.
Reclamata dalla Palestina, controllata dagli estremisti fondamentalisti di Hamas, per noi lontani occidentali quella striscia di terra è un caos inestricabile di notizie dolorose.
E allo stesso tempo distanti.
Forse ci tocca, più di tante informazioni che facciamo fatica a collegare ad una realtà conosciuta, vedere come sono ridotti gli animali.
Questo povero cavallo, con le sue ferite e il suo ricovero precario, forse riesce a parlarci di più di tanti comunicati ufficiali.
Deve avere una vita veramente dura, gli si chiede tanto.
Eppure, in quello sforzo di proteggerlo comunque dalle intemperie e dal freddo dell’inverno, c’è qualcosa che ci avvicina.
La foto è stata scattata all’interno del campo profughi di Al Shati: più del 70% della popolazione di Gaza vive sotto la soglia della povertà, secondo gli standard internazionali.
In queste situazioni i cavalli e gli asini sono l’unica forza motrice che può aiutare le persone a muoversi e trasportare merci: mobilità green al 1000×1000, se non altro.