Roma, 29 settembre 2022 – L’avvocato Daniele Ingarrica, legale di Gianluca Assumma, ha trasmesso il comunicato ufficiale del suo cliente sul caso dei due cavalli sequestrati.
Lo riportiamo integralmente di seguito.
‘In questi giorni Gianluca Assumma ha subito un attacco sui social network assolutamente immotivato in seguito alla diffusione di false notizie sul suo conto.
È stato falsamente accusato di aver maltrattato due cavalli.
Da qui è scaturita una catena mediatica con condivisioni e commenti minacciosi, violenti nonché con affermazioni irripetibili.
Una persona, introdottasi senza alcun permesso nella sua proprietà privata, ha effettuato i filmati che sono in rete ed ha (presumibilmente) presentato un esposto alla Guardia Forestale, la quale è intervenuta e nel dubbio ha posto i cavalli sotto sequestro.
Entrambi i cavalli erano precedentemente presso dei paddock molto ampi ma, a causa dei cinghiali che spaventavano in particolare uno dei due cavalli e che hanno in più punti rotto la recinzione, sono stati necessariamente spostati all’interno di alcuni box.
Se non li avesse spostati, i cavalli sarebbero potuti, senza sforzo, finire sulla strada provinciale e quello sarebbe stato un pericolo per tutti.
Entro breve tempo i due cavalli sarebbero stati spostati nella nuova struttura di sua proprietà situata a 20 km dal luogo dove si trovavano, per permette una permanenza al paddock sicura per loro e per le persone.
I cavalli stavano e stanno in salute, non sono mai stati maltrattati e non hanno mai patito delle sofferenze di alcun tipo.
Lo testimonia il fatto che uno dei cavalli sequestrati ha ben 28 anni ed era stato anni prima adottato per permettergli una vecchiaia serena.
La buona salute dei cavalli è stata, e lo sarà sempre, uno dei principi ispiratori ed insormontabili di tutta l’attività del Sig. Assumma.
Lo testimonieranno anche gli esiti degli accertamenti veterinari che sono in corso da parte della ASL.
I motivi reali di questo ingiustificato attacco nei confronti del Sig. Assumma verranno svelati solo nel corso delle indagini o a chiusura delle stesse e solo allora il mio cliente potrà far valere compiutamente i propri diritti e respingere le false accuse che gli sono state mosse nonché, chiedere che i responsabili di questo attacco vengano perseguiti a norma di legge.
A priori non si comprende come solo dopo 4/5 ore dai fatti, una pagina Facebook potesse già essere informata (e male) dei fatti che in teoria dovrebbero essere coperti dal segreto istruttorio’.
Qui la notizia del sequestro, dal nostro sito.