Milano, 15 settembre 2021 – È stato condannato a sei mesi di reclusione, grazie alla sentenza del 10 settembre scorso emessa dal Tribunale di Rimini, il cavaliere bergamasco di 39 anni, ritenuto responsabile della violenta e crudele uccisione della Jack Russel Gina.
La cagnolina Gina, di proprietà della fidanzata che aveva a sua volta denunciato il compagno, è morta tra terrore e atroci sofferenze nell’agosto 2014 durante un concorso ippico in corso a San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini.
Il fatto, salito allora repentinamente sotto i riflettori della cronaca per la sua brutalità e premeditazione, ha visto morire la cagnolina a colpi di forcone, per essere poi chiusa in un sacco dato alle fiamme.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dopo un alterco con il neo fidanzato durante il concorso l’allora proprietaria di Gina, era andata a dormire nel van, che oltre al trasporto cavalli è anche adibito durante le trasferte in gara ad alloggio per la notte di cavalieri e personale di scuderia.
La mattina presto del giorno successivo il cavaliere rientrava nel van e, solo allora, la ragazza si accorgeva che il compagno era stato fuori tutta la notte, mentre del suo cane non vi erano più tracce.
“Cercatelo da sola” fu la frase che allarmò immediatamente la ragazza.
Dopo diverse ricerche, e con l’aiuto degli organizzatori del concorso, veniva ritrovato, appena fuori dalle strutture del centro, il corpo martoriato e in parte ustionato della cagnolina, rinchiuso in una busta di plastica.
I gemiti di sofferenza di Gina proseguiranno poi fino alle cinque della mattina successiva, quando esalerà gli ultimi respiri.
“Non era quello che volevamo, una pena così blanda per una persona tanto pericolosa e che, per di più, ha a che fare con cavalli e altri animali. La crudeltà e la violenza di questo uomo si è scatenata allora verso la povera Gina ma, ma potrebbe riesplodere all’improvviso verso altre creature indifese” ha dichiarato la presidente nazionale LNDC Animal Protection Piera Rosati.
“Purtroppo l’altra denuncia verso quella persona è stata ritirata”, continua Rosati, “per questo il giudice non ha potuto dare una pena più aspra a questo uomo tanto crudele. L’uomo, sulla base di quanto stabilito dal giudice, ha dimostrato di essere una persona pericolosa che avrebbe meritato una condanna decisamente più dura ed esemplare”, ha concluso la presidente LNDC.
Comunicato stampa della Lega nazionale del cane Animal Protection