Bologna, 20 gennaio 2023 – La Procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio dei quattro imputati per il caso sulla morte di quattro cavalli della scuderia Clodia di Roma, avvenuta il 13 luglio 2020 sulla nave Moby Aki partita da Civitavecchia e approdata a Olbia.
Secondo quanto appurato anche da una perizia richiesta dalla Procura, gli animali morirono per un colpo di calore nel garage della nave, durante la traversata.
Gli imputati sono il comandante del traghetto, il primo ufficiale di coperta, l’allievo ufficiale di coperta e l’autista del camion incaricato del trasporto dei cavalli, difeso dall’avvocato Maurizio Mani. Gli avvocati difensori dei due ufficiali, Giovanni Cimmino e Francesco Longhini, hanno chiesto l’oblazione per il reato di maltrattamento di animali e il gup Marco Contu si pronuncerà nella prossima udienza fissata per il 4 maggio.
La posizione di Horse Angles
Si sono costituite parti civili la scuderia Clodia, rappresentata dall’avvocata Nazarena Tilocca, e la onlus Horse Angels, patrocinata dall’avvocata Giulia Cossu.
Entrambe si sono associati alla richesta di rinvio a giudizio formulata dall’accusa. Sono state citate in giudizio come responsabili civili la Moby e la ditta di autotrasporti. Quest’ultima ha chiesto di essere estromessa dal processo perché ritiene di non avere alcuna responsabilità sull’accaduto. Le difese replicheranno nell’udienza di maggio.
«Auspico il reinvio a giudizio per maltrattamento, – ha affermato Roberta Ravello, presidente di Horse Angels – affinché alla fine, come purtroppo spesso accade, non sia data la colpa al caso. I cavalli morti hanno un nome: Bometeor, Bomodel da Clodia, Botrus, Bandidu de Zamaglia… È giusto ricordarli. È evidente che il trasporto contemplato per questi cavalli non soddisfacesse i requisiti per la loro sicurezza. Per cui auspichiamo che la magistratura riconosca il maltrattamento e provveda a punire chi del caso in modo esemplare. Affinché non ci siano più incidenti di questo tipo che determinano la morte dei cavalli».