Bologna, 9 dicembre 2024 – Perfino nella patria di tutto ciò che è più equestre al mondo, la Gran Bretagna, il tema dei cavalli abbandonati sta assumendo una dimensione non trascurabile. A lanciare l’ennesimo allarme è Happa, un’associazione che da anni si occupa proprio di dare una casa e ricollocare presso nuove famiglie i cavalli in difficoltà.
Secondo i vertici della charity che ha sede nel Lancashire, nel 2024, il 40% dei cavalli che hanno trovato riparo presso le loro strutture sono stati classificati come abbandonati. A ciò va aggiunto un ulteriore 33% di cavalli consegnati all’ente perché i proprietari non riescono a prendersene cura.
Una situazione a dir poco preoccupante, per la quale Happa ritiene largamente responsabile la profonda crisi economica e il costo della vita a cui sono soggetti i proprietari. Il famoso ceto medio, che tradizionalmente godeva della compagnia del cavallo di famiglia custodito in piccoli centri ippici a carattere rurale o nel giardino di casa, non riesce più ad occuparsi dei propri cavalli in maniera ottimale.
Se da un lato le richieste di intervento per i casi di maltrattamento non sono né cresciute né diminuite, quelle dei proprietari che si rivolgono alle charity per un sostegno continuano a crescere in maniera esponenziale.
«La tipologia di supporto richiesto indica sicuramente una connessione stretta con l’aumento del costo della vita» ha spiegato Sarah Arthur, chief executive di Happa.
E mentre questa valorosa charity – che lavora solo grazie a donazioni e supporto di privati cittadini – rimane fedele alla propria missione e continua a prodigarsi per il benessere dei cavalli, si fa anche promotrice di un manifesto – il Control of Horses Act 2015 – che evidenzia, passo per passo, come bisogna procedere – a norma di legge di Sua Maestà – se si dovesse trovare un cavallo ‘libero’ che pascola nei propri terreni.
Vuoi vedere che…
Il tema dei cavalli che vagano incustoditi non è prerogativa, purtroppo, della Gran Bretagna. Sempre più spesso se ne ha notizia anche in Italia. E nella migliore delle ipotesi, quando cioè non finiscono coinvolti in rovinosi incidenti stradali, anche da noi, i cavalli che non trovano una ricongiunzione con i proprietari vengono accolti dalle associazioni che si occupano del benessere e della tutela degli animali. In alcuni casi, sono perfino stati presi in carico da amministrazioni virtuose, come nel caso di San Carlo Canavese e di Remì, che ne hanno garantito il benessere in attesa di trovare loro una nuova collocazione.
Facile pensare, dato il numero, che non si tratti sempre e solo di accidentali evasioni dai paddock. Più difficile invece ragionare sul fatto che un proprietario si trovi nella terribile condizione di dover lasciare il cavallo che ha fino a quel punto accudito, al proprio destino a causa di difficoltà economiche. Anche questa è una delle terribili realtà con cui dobbiamo sicuramente imparare a misurarci…