Bologna 17 giugno 2023 – Spesso capita di imbattersi in un uso improprio di termini legati al mondo equestre. Come quanto l’amazzone viene confusa con la cavallerizza, le gambe con le zampe o… la scuderia con la stalla.
Penseranno in molti: “Questione di lana caprina”… Eppure le parole hanno un peso e un valore. E determinano delle differenze sostanziali.
Quelle stigmatizzate nella denuncia dei giorni scorsi dai Carabinieri di Biancavilla – per esempio – spiegano chiaramente quale sia la differenza tra una scuderia e una stalla. Anzi, per essere precisi, molto peggio di una stalla…
Nel contesto delle indagini sull’ennesima corsa clandestina finita in rete e tenutasi a ridosso del capoluogo etneo, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire a una stalla e al suo proprietario. Che vi deteneva un cavallo in condizioni tali da determinare gli estremi del maltrattamento.
Il 53enne denunciato aveva trasformato il garage di sua pertinenza nel condominio dove risiede in una stalla abusiva per un cavallo privo di qualsiasi controllo sanitario.
Niente finestre, poca luce, poco spazio… E soprattutto non un cavallo, dato che l’animale trovato nel garage è in realtà un puledro di circa un anno. Che sopravvive in queste condizioni da circa sei mesi, quando cioè il suo attuale proprietario l’ha acquistato.
Inutile dire che il puledro non ha microchip, non ha uno straccio di documento e non ha mai goduto di alcun controllo veterinario. L’unica cosa certa che si sa è che l’uomo, oggi denunciato dalle forze dell’ordine, è stato rintracciato attraverso dei filmati pescati sui social inerenti a corse clandestine.
Le forze dell’ordine hanno contestato all’uomo oltre al maltrattamento anche violazioni amministrative relative alla mancanza di identificazione del quadrupede e per non averlo mai sottoposto alla necessaria profilassi sanitaria.
Nel corso dell’ultimo anno i Carabinieri del Comando provinciale di Catania hanno denunciato più di 26 persone ed emesso sanzioni per oltre 73mila euro per contrastare le corse clandestine di cavalli. Ma il fenomeno necessiterebbe – considerata la proliferazione delle corse clandestine – di un approccio ancora più energico.