Cesenatico, 23 ottobre 2021 – Il processo per la morte di 4 cavalli, avvenuta a luglio del 2020, durante un allucinante trasporto verso la Sardegna a bordo di un traghetto, è iniziato.
E grazie all’intervento di Horse Angels e dell’avvocata Giulia Cossu, con un significato in più.
Il giudice ha infatti accettato la costituzione di Horse Angels come parte civile nel provvedimento, al fianco della Scuderia Clodia, proprietaria dei cavalli.
Forse così – questa è più che una speranza – l’atroce morte di Botrus, Bomodel da Clodia, Bometeor e Bandidu Dezamaglia potrà avere un senso oltre la tragedia.
I cavalli della Scuderia Clodia, in viaggio verso l’ippodromo di Chilivani, avevano affrontato il viaggio in traghetto da Civitavecchia a Olbia tra il 22 e il 23 luglio 2020. In un periodo di caldo particolarmente intenso.
Purtroppo, per 4 cavalli tra i 9 presenti sul trasporto, la mancanza d’aria, il caldo, la disidratazione hanno fatto sì che il viaggio non potesse finire.
E si fermasse lì, in una stiva troppo calda, troppo buia, senza acqua, senza aria. Dove l’uomo non li ha assistiti né aiutati. Peggio. Forse ha fatto perfino finta di non sentirli.
Secondo Massimiliano Narduzzi della Scuderia Clodia, allevatore e proprietario, la colpa della tragedia sarebbe da attribuire all’eccessivo caldo nella stiva del traghetto della Moby.
La direzione marittima di Olbia sostiene invece che i cavalli fossero vivi quando il van è sceso dal traghetto.
A oltre un anno dall’orrendo viaggio, la Procura di Tempio Pausania, procuratore Gregorio Capasso e sostituto Ilaria Corbelli, ha determinato che gli animali morirono a causa della carenza delle condizioni di vivibilità durante la traversata e in particolare per un colpo di calore.
Secondo le indagini, chiuse lo scorso febbraio, il van non sarebbe stato caricato nella stiva in un luogo idoneo.
Oggi gli imputati riconosciuti dalla legge per questa orrenda cartolina sono quattro.
Tre appartengono al personale della Moby in servizio sul traghetto. Il quarto è l’autista del trasporto.
La parte dibattimentale del procedimento avrà inizio a gennaio 2022.
«Quanto è accaduto è inaudito. E non deve ripetersi mai più. Quattro cavalli sono morti in una maniera orrenda perché il loro trasporto è stato del tutto inadeguato. Carente in ogni aspetto. Inosservante delle più banali conoscenze in materia di veterinaria, cura, benessere e di rispetto animale. E soprattutto delle norme. Non è plausibile ‘risparmiare’ sul modo in cui si trasportano cavalli o altri animali vivi. Non è possibile non conoscere, né pretendere di non conoscere, quali siano i requisiti minimi di un trasporto sicuro».
Questo il commento di Roberta Ravello, presidente di Horse Angels, che ha salutato l’accoglimento della costituzione dell’associazione tra le parti civili con grande soddisfazione.
«È un passo di straordinaria importanza che ci permetterà di contribuire a gettare solide basi giuridiche affinché una cosa del genere non si verifichi mai più. Mai».
Comunicato stampa Horse Angels